Banda larga: diffusione, prospettive e tecnologie

In In Evidenza, Scuola & Università da Redazione

Condividi

Fiber optic tipsPer banda larga si intende l’insieme di servizi, contenuti e applicazioni che consente ai cittadini e alle imprese di accedere a Internet, videocomunicare, interagire con la pubblica amministrazione (e-government), con le banche (e-banking), con il sistema sanitario; oppure di lavorare a distanza, apprendere (e-learning), fare affari (e-commerce, e-business), giocare, scaricare film in tempo reale, divertirsi. Ma anche per la pubblica amministrazione significa interagire meglio e più efficacemente col cittadino, creare una democrazia partecipata (e-democracy), sorvegliare il territorio, gestire l’infomobilità, praticare la telemedicina, fornire assistenza remota a disabili, bambini e malati.

Tutti questi servizi, in grado di contribuire a rendere competitivo il Paese, però hanno difficoltà a decollare se non c’è una piattaforma di rete di comunicazione in grado di gestire flussi trasmissivi di elevata capacità. E non è davvero la attuale rete in rame, nata nell’ottocento per trasportare la voce, in grado di trasportare voce, dati e immagini, ovvero grandi flussi trasmissivi, in continua e costante crescita.

L’obsolescenza delle infrastrutture in rame degli Operatori privati e la conseguente carenza di servizi a larga banda nel Paese, specie nelle aree rurali, rappresentano quindi un fattore davvero critico per i cittadini, per le imprese e per la stessa pubblica amministrazione, capace di aumentare il divario sociale, economico, culturale per larghe fasce della popolazione.
Tutti i governi e l’Unione Europea sostengono di essere consapevoli che la rete di comunicazione di nuova generazione, basata sostanzialmente sulla fibra ottica integrata con altre tecnologie (radio, satellite, ecc.), è un elemento strategico, un imperativo economico e sociale in grado di assicurare un impatto positivo sullo sviluppo economico, l’innovazione e la coesione sociale.
Qui si pone allora una importante alternativa: è lo Stato che deve realizzare la nuova rete, oppure sono i privati, ovvero gli Operatori, che devono realizzare proprie infrastrutture per fornire servizi, contenuti e applicazioni?
In entrambe i casi è evidente che si tratta di soluzioni ugualmente impraticabili: sia lo Stato, sia i privati, ciascuno per proprio conto, non dispongono delle capacità tecniche, economiche e finanziarie per realizzare tali opere. Vi è allora la possibilità per gli Enti Locali, soprattutto per i Comuni, ovvero per i “proprietari del suolo e del sottosuolo pubblico”, di valorizzare il proprio patrimonio immobiliare individuando partner privati, magari locali, che in qualità di gestori della piattaforma di rete (Carrier), desiderano investire nella realizzazione di reti innovative di comunicazione, da affittare a tutti i soggetti privati, ovvero a tutti gli Operatori, interessati ad erogare servizi di fonia, trasmissione dati e contenuti multimediali alle comunità presenti sul territorio.

Si tratta di impegni tecnici, gestionali ed economici modulari, dal costo contenuto ed a basso impatto ambientale, in grado di assicurare un rapido ritorno dell’investimento sia al partner pubblico (attraverso apposite convenzioni e canoni di concessione), sia al partner privato (attraverso l’affitto agli Operatori di flussi tramissivi e di reti private virtuali). Non tutti sanno che a costi contenuti e con trascurabile impatto ambientale la rete ottica può integrarsi in reti pre-esistenti (pubblica illuminazione, idrica, fognaria, gas, teleriscaldamento) e può essere complementata con tecnologe di tipo radio su banda libera (WiFi, Hiperlan, ecc.) o licenziata (WiMax, WLL), o con la pre-esistente rete in rame (xDSL su Ethernet), il satellite, ecc. in funzione del potenziale di mercato dell’utenza, di esigenze attuali e prospettiche di banda e delle caratteristiche geomorfologiche del territorio. La rete a larga banda è un’opera di urbanizzazione primaria e di pubblica utilità, finanziabile con fondi UE nelle aree più sottosviluppate del Paese e nei distretti produttivi. Tale infrastruttura è realizzabile con la formula del partenariato pubblico-privato, in un’ottica di fattiva e intelligente collaborazione, per garantire quelle nuove opportunità di business, di promozione sociale e occupazionale tanto richieste dal territorio.

 

Condividi