Roma. Venerdì 12 aprile al BlackOut Appino presenta il suo primo album solista “Il Testamento”

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APPINO foto b-nE’ uscito per La Tempesta/Universal “Il Testamento”, primo disco solista di Andrea Appino, voce e penna degli Zen Circus. 14 Canzoni prodotte insieme a Giulio Ragno Favero con tre temi ben precisi: la famiglia, il proprio ego, la schizofrenia. Un disco fortemente voluto da Appino che dice: “E’ la totale liberazione dei miei dolori più profondi, la vera e difficile storia della mia famiglia usata come veicolo per una terapia di gruppo, necessaria e a tratti violenta“. A coadiuvare Appino in studio Giulio Ragno Favero al mixer ed al basso e Franz Valente alla batteria, ovvero la base ritmica del Teatro Degli Orrori, oltre al contributo di vari ospiti fra cui Rodrigo d’Erasmo (Afterhours), Marina Rei, Tommaso Novi (I Gatti Mézzi) e molti altri. Una collaborazione che porta le canzoni in territori oscuri e densi, dove il cantautorato figlio degli anni ’70 di Appino si mescola all’impatto frontale di un rock che dona lucidità e forza maggiore alle sue parole, in merito alle quali dice: “dentro a questo disco alcuni dei testi più belli che io abbia mai scritto, ne sono sicuro“. Infatti Appino ha lavorato alle canzoni di questo disco per molti anni: “Alcune hanno preso forma addirittura otto anni fa, le ho tenute da parte per il momento giusto che oggi è arrivato. C’è sicuramente meno ironia di molti dei brani più conosciuti che ho scritto per gli Zen, ma di certo non viene meno quel cinico e ghignante disincanto che nasconde in realtà un amore davvero grande per tutto quello che mi circonda. Con questo lavoro non voglio fare la morale a nessuno -aborro la morale- semplicemente ho aperto una parte di me che ho sempre avuto paura di mostrare e credo vivamente che le paure vadano combattute e vinte, sempre e comunque.

Tracklist:

01 Il Testamento

02 Che il lupo cattivo vegli su di te

03 Passaporto

04 Lo Specchio dell’anima

05 Fuoco!

06 La festa della liberazione

07 Questione d’orario

08 Fiume padre

09 Solo gli stronzi muoiono

10 I giorni della merla

11 Tre ponti

12 Godi (adesso che puoi)

13 Schizofrenia

14 1983

 TRACK BY TRACK

Il testamento

Dedicata velatamente a Mario Monicelli, che ha scelto “l’eutanasia” scagliandosi dalla stanza d’ospedale dove era destinato a morire affetto da un male inguaribile. Da questo suo gesto un immaginario testamento sull’importanza della scelta, anche quella di morire, ma solo dopo aver scritto liberamente la propria storia. 

Che il lupo cattivo vegli su di te

Una ninna nanna al contrario: il lupo cattivo veglia sui bambini mentre è la città con tutti i suoi abitanti il vero mostro.

Passaporto

Il tempo scivola via e questo è un fatto, con lui se ne va anche la famiglia che continua a perpetuarsi tramite i figli. Migliorarsi è possibile solo grazie al passaporto che ci lascia viaggiare oltre i confini che ci siamo imposti dentro di noi, non farlo è come vivere per procura.

Lo specchio dell’anima

Affrontare se stessi come il peggiore nemico, perché quello siamo.

Fuoco!

Quando l’amore è l’unica ancora di salvezza, c’è qualcosa che non va. Credo davvero che l’amore sia molto ma non tutto, ci vuole anche il fuoco.

La festa della liberazione

Pezzi della mia famiglia e di altre a me vicine uniti in una canzone dedicata alla libertà. Compito dei rami è allontanarsi il più possibile dalle radici, restandone però saldamente attaccati come ci ricordano gli Uochi Toki in “Libro Audio”.

Questione d’orario

Una “usanza” in voga anni fa: l’esilio coatto di una madre colpevole di essere rimasta incinta di un’altro uomo, il ritorno a casa con il nuovo nato che sarà una vergogna vivente per il marito.

Fiume padre

Il Po, fiume padre Italico, una piccola cittadina della piana, la voglia di scappare aggrappandosi ossessivamente a chi si ha vicino come fosse l’unica salvezza: scappare non funziona mai.

Solo gli stronzi muoiono

Una frase di Monicelli come risposta alla domanda “Non ha paura di morire?”. Da bambini si è decisamente più lucidi riguardo la morte e l’odio. E come in “Che il lupo cattivo… spesso i nostri migliori alleati sono le cose che ci dovrebbero fare paura.

I giorni della merla:

Tramandare i propri mostri convincendosi invece di amare alla follia. E di chi è la colpa, se una colpa c’è?  

Tre ponti

Nascosta fra le parole una storia semplice: una donna ed il suo uomo, una figlia e la miseria a farla da padrona.

Godi (adesso che puoi)

Frase che nasconde una rassegnazione di fondo da parte di chi la usa: quando si smette di godere e perché spesso a costruire l’altrui rassegnazione ci si mettono così d’impegno i propri cari?

Schizofrenia:

Di nuovo il rapporto d’amore / odio con se stessi ed una malattia che troppo spesso crediamo lontana anni luce da noi.

1983

Una storia tutta Italiana: la generazione dei miei genitori arriva matura negli anni di piombo e si ritrova con dei figli, la rivoluzione gli passa accanto, subito dopo il grande discorso di Natale 1983 del presidente Pertini l’ottimismo e la televisione diventano una religione: i figli di colpo son grandi e si ritrovano smarriti in un paese che nessuna delle due parti ha mai davvero voluto.

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