Sono effettivamente avvenuti abusi sessuali nella scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio e non c’è stata alcuna suggestione tra bambini e genitori. Questo il convincimento del capo della Procura di Tivoli Luigi De Ficchy che ha presentato appello contro la sentenza con la quale il tribunale, il 28 maggio scorso, ha assolto con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, le maestre indagate, il marito di una di queste, e una bidella. Nell’atto di circa duecento pagine il magistrato afferma che almeno quindici piccoli allievi della scuola in provincia di Roma hanno subito violenze nell’anno scolastico 2005-2006.
Nel ricorso, la procura spiega di non comprendere le ragioni per cui il collegio giudicante abbia svilito tutta la mole di elementi emersi dall’incidente probatorio: le dichiarazioni dei minori, corroborate da quelle dei loro genitori, l’analisi dei consulenti di parte civile e del pm e degli esperti di ufficio del gip. Da qui una richiesta di “rivalutazione” della prova dichiarativa. Non solo, secondo il magistrato il tribunale non ha tenuto conto di tutti i riscontri alle accuse nel loro contesto, ma li ha presi singolarmente, smontandoli e depotenziandoli; e i luoghi dove sono avvenuti gli abusi sono stati riconosciuti dai bimbi. Le descrizioni delle abitazioni, delle automobili e delle caratteristiche fisiche (tra cui il tatuaggio della bidella) degli indagati, per De Ficchy non possono essere frutto di immaginazione. Così come non è suggestione il ritrovamento dall’analisi dei capelli di due bambine, emergono tracce di benzodiazepine. Per la Procura di Tivoli era possibile uscire dalla Olga Rovere senza essere visti passando dalla palestra: in quella scuola regnava il caos, solo la porta di ingresso era a vetri e non anche le pareti, le maestre erano solite non firmare, i registri erano tenuti malamente. Le lesioni riscontrate sui bambini possono essere spiegate solo con abusi subiti e non con l’ipotesi alternativa considerata dai giudici di primo grado, ossia di toccamenti tra loro mentre erano in giardino a giocare. Un’ipotesi che per De Ficchy è basata sul nulla e che comunque riguarderebbe solo due bambini.
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