Consiglio comunale in due puntate quello che ha riaperto l’attività della politica di Guidonia dopo la lunga pausa estiva. Punti importanti all’ordine del giorno, e scene altrettanto cruciali, per un atmosfera che si fa di giorno in giorno più calda. Spiccano le assenze nella maggioranza: l’intero gruppo del presidente Stefano Sassano è risultato essere assente nelle due sedute di venerdì e di lunedì. Assenze significative, che testimoniano una crisi ormai evidente all’interno della maggioranza. Risulta ancora incomprensibile, ma forse avremo noi un’idea ancora nobile di politica, il motivo per cui, in caso di “crisi” (parola tabù tra gli interventi del sindaco Rubeis e di Bertucci), la soluzione che un consigliere comunale medio adotta è quella di dire no al consiglio. Dove, fino a prova contraria, si parla della cosa pubblica. Mancando non si fa altro che recidere il motivo per cui gli elettori votano i consiglieri. La rappresentanza. Cosa più saggia sarebbe risolvere le crisi all’interno del gruppo consiliare di appartenenza: certo, meno visibile a livello mediatico, ma di certo più adatto allo scopo, quello di rappresentare chi mette una croce sulla scheda. Naturalmente è un ragionamento generale, di filosofia politica, e non nello specifico. Usiamo il particolare per parlare di come dovrebbe essere, e non di come è.
Non intendiamo parlare di politica ideale, ci mancherebbe pure. E procediamo con il raccontare quanto accaduto nelle due sedute di consiglio.
Venerdì 14 settembre: ruoli invertiti. Assenti Sassano, Cacciamani, Tuzi, Massini, Benetti e Valeri. Opposizione a ranghi completi, salvo Lippiello e De Vincenzi. Due i punti approvati: “l’allargamento della Via Tiburtina a 4 corsie da Albuccione fino al Car e il Tronco di Collegamento Tiburtina – S.P. Settecamini Guidonia – Svincolo A1” e l’approvazione del progetto definitivo, adozione di variante urbanistica e contestuale dichiarazione di pubblica utilità dell’opera della Nomentana Bis (“Collegamento S.P. Palombarese Nomentana Bis – Bretella Nomentana”). Questi i punti, importanti per il futuro di Guidonia, passati grazie all’opposizione, che non ha perso occasione di far notare al sindaco le sedie vuote della sua maggioranza. Un Rubeis che peraltro si è dimostrato, in questa prima seduta, parafulmine di tutte le crepe più o meno evidenti all’interno del suo gruppo. Progetti che porteranno molti soldi – finanziamenti regionali ed europei – per opere pubbliche e servizi. Una scelta coerente sarebbe stata quella di esserci. Scena da ricordare: Bertucci che entra praticamente al termine della votazione. Votando ovviamente sì. Per il resto resta l’atmosfera rilassata e conviviale, che, da inguaribili bacchettoni, troviamo abbastanza fuori luogo. Non ci sembra una gran testimonianza di unione fare “caciara” mentre parla il sindaco. Ci sta che lo facciano i consiglieri di opposizione, ma che i più ripresi siano quelli di maggioranza stona un po’. Questa prima parte di consiglio termina con la richiesta del numero legale da parte della maggioranza (!). A farlo è direttamente il capogruppo Marco Bertucci. Restava da discutere la fondamentale variazione di bilancio di circa 10 milioni di euro, relativa alla modifica del Piano Triennale delle Opere Pubbliche.
Lunedì 17 settembre: crisi sussurrate e carte che non si trovano. Ritornano Benetti e Valeri, resta assente il gruppo Sassano. Due su due fanno molto di più di un mal di pancia: e deve essere un mal di pancia bello forte per far venir meno il ruolo di consiglieri e soprattutto di presidente del consiglio comunale. Due assenze in due consigli cruciali rischiano di far collassare proprio il ruolo istituzionale che l’avvocato rappresenta. Non è da lui, evidentemente.Al suo posto in questa seduta ancora Marianna De Maio, che terminerà i lavori stremata dagli interventi dell’opposizione ma non solo. La presidente “facente funzioni” – così la appellava Domenico De Vincenzi quando le si rivolgeva – apre il punto della “Ratifica deliberazione di Giunta Comunale n. 183 del 30.07.2012, avente per oggetto: Modifiche al Piano Triennale dei Lavori Pubblici – Variazioni al Bilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014”. Tanti soldi per le opere pubbliche, da via della Selciatella a Guidonia Centro. Dieci milioni di euro non sono per niente pochi, in tempi duri come questi che si stanno vivendo. Il punto, aperto, ovviamente non parte subito. Ci sono altri interventi. E se Di Silvio apre con la questione delle fogne a Villanova che presentano emissioni gassose oltre la soglia di sicurezza – ne parliamo in un articolo a parte – chiedendo al sindaco cosa intende fare sulla questione. E’ un attimo, perché poi la scena la prende completamente il capogruppo del PD Domenico De Vincenzi. “Perché il sindaco non vuole prendere atto che la sua maggioranza non esiste più? Come si può approvare una variazione di bilancio quando una parte politica è in crisi, mi auguro non di potere?”. Si è parlato anche di soldi, con i fondi investiti per la Festa di Guidonia – “quando ero assessore alla cultura – ha affermato il capogruppo del PD – ne ho spesi anche di più, ma erano altri tempi” – e con l’annullamento “di 4 bandi dei servizi sociali per mancanza di fondi”. Sarebbe cambiato qualcosa se i soldi per la festa fossero stati meno? No, perché i capitoli di spesa di ogni assessorato restano agli stessi assessorati. E non possono essere trasferiti. Quindi dire “niente festa, facciamo altro” è un po’ sfocato come concetto.
“Non accetto ricatti da nessuno”. Arriva il momento del sindaco. Prima ringrazia l’opposizione per la presenza nel consiglio di lunedì, e per aver permesso di votare quei punti. Poi chiarisce le sue intenzioni sul problema di Villanova – via La Marmora, vicino, ma non troppo,alle scuole – affermando che “non stiamo parlando di pozzetti di fognatura, ma di acqua proveniente dalle cave. Giusto domani mattina (martedì per chi legge, ndr) andremo in conferenza dei servizi e ne discuteremo. Non posso prendere provvedimenti perché non ho ancora la documentazione completa”. Il discorso passa poi immediatamente alla maggioranza. Rubeis non parla di crisi, ma di “dolori di pancia”. “Non permetterò a nessuno di fermare il consiglio su finanziamenti pubblici da approvare nell’interesse della collettività”. Sui malesseri dei consiglieri il sindaco è lapidario. “Stiamo trattando argomenti troppo importanti per la città. I mal di pancia sono un problema di chi ce li ha, non certo mio: non accetto ricatti da nessuno, non l’ho mai fatto”. Una netta presa di posizione del primo cittadino che non convince naturalmente l’opposizione. Ancora De Vincenzi dichiara che “un sindaco serio verifica lo stato delle cose. Venga nelle commissioni, e sentirà cosa dicono della sua amministrazione i consiglieri. Non volete prendere atto che la maggioranza non c’è più”. In tutto questo c’è anche spazio per l’intervento di Valeri, che ricorda al sindaco del rimpasto promesso, e fa una imperdibile digressione sulla necessità di cambiare la legge elettorale. “Rubeis riveda la squadra di governo”, questo dice il consigliere al sindaco, che non lo guarda con occhi particolarmente benevoli. Non può essere sempre il rimpasto la panacea di tutti i mal di pancia della politica. Vale la pena sottolineare che poco dopo l’intervento sono andati via sia Valeri sia Morelli, lasciando la maggioranza a perdere ancora pezzi. Tutto questo porta a quanto affermato da De Vincenzi all’inizio. Crisi o non crisi, il problema è quello classico: potere e poltrone.
La variazione di bilancio. “Parliamo di soldi che erano stati inseriti nel bilancio 2013, e che invece, vista la disponibilità, intendiamo inserire nel bilancio 2012, per poter partire subito”. Fondi regionali già pronti per essere utilizzati (via della Selciatella, Guidonia centro e molto altro). Sembra tutto abbastanza lineare. Invece no, almeno per l’opposizione, che recita bene la sua parte. Con il solo risultato di dilatare molto i tempi del consiglio: il provvedimento alla fine è stato comunque approvato. Nonostante i pezzi persi, la maggioranza regge. “Mancano gli atti, vogliamo essere sicuri di quello che votiamo: la lettera della Regione e i progetti”. Il segretario generale Rosa Mariani conferma che gli atti non servono, in quanto si parla di una “ratifica della variazione di bilancio”. Ma all’opposizione non interessa. Bertucci risponde a una provocazione di De Vincenzi, che si alzava più di una volta per andare e venire dai banchi dove sedevano sindaco e giunta. “A me interessa tutto – dichiara il capogruppo Pdl – e non solo gli affari dei Lavori Pubblici. Come a lei interessavano, ma questo lo dicono le malelingue, i progetti dell’Ambiente e dell’Urbanistica”. Bertucci risponde, inaspettatamente, alle critiche sulla Festa. “De Vincenzi ha detto che all’epoca investì anche più soldi sulla Cultura. Come funziona? Prima si spendeva, ora dobbiamo soltanto pagare?”. Valeri e Morelli già non ci sono più. La maggioranza scende ad 11. I consiglieri entrano e escono dall’aula, stanno in piedi, ridono e scherzano. Non tutti. Altre facce sono particolarmente tese. “Certo che ce la potevamo risparmià sta cosa però eh?! Bastava andà a prende sto documento”. Così De Vincenzi nell’attesa che questa lettera arrivi. Pagano rincara la dose, rimpiangendo la mancanza del presidente del consiglio comunale, come se Sassano facesse parte dell’opposizione. “Il provvedimento – spiega la Mariani – è votabile: la variazione è stata inviata a tutti”. Interviene la Salomone: “Se non passa in commissione non si può votare. Vero che la commissione è commissariata, però…”. Il riferimento è naturalmente al consigliere di “opposizione” Alberto Morelli. La lettera che arriva non è quella che De Vincenzi vuole. Parliamo del documento del direttore regionale B04310 del 12 luglio 2012. Una lettera. Che non si trova. Altro tempo, altri urli. De Vincenzi fa mettere a verbale che è la De Maio a dichiarare che il documento non si trova. Una sacrosanta verità la dice Di Silvio: “Facevamo più bella figura a rinviare tutto”. De Vincenzi: “Provvedimento che nasce con un appalto truccato”. Ormai è tardi. Pagano chiede il numero legale per far rientrare la maggioranza, di cui buona parte era fuori (la foto parla chiaro). 17 presenti, 14 assenti. Dichiarazioni di voto che rispecchiano gli schieramenti. Opposizione che esce, maggioranza che vota la variazione, dando comunque un messaggio. Nonostante tutto, ci siamo ancora. Il rischio di perdere tutti quei soldi c’era. “L’opposizione si ricordi – chiude Rubeis – la precedente votazione sul punto. Prima hanno bocciato i progetti, oggi volevano votare la variazione?”. Si vota poi l’ultimo punto, l’autorizzazione “al mutamento d’uso ai sensi della L.R. n. 1/1986 di porzione immobiliare distinta in catasto alla Sezione Montecelio, Foglio n. 33, Particella n. 16/p”.
Ore 21 e 30, fine del consiglio.
Per chiudere. Nonostante le crepe, il centro destra riesce a portare a casa l’importante sì alla variazione, cruciale per lo sviluppo della città. Sul mal di pancia c’è poco da dire, se non che rende tutto molto misterioso e offuscato. Crisi o meno, un banco di prova enorme per il sindaco Rubeis sarà il tanto atteso rimpasto. Questione di equilibri, certamente. Ma mettere davanti questi, riservati esclusivamente alla politica e a chi fa politica, al pubblico interesse non si può fare. Saremo anche puritani, ma proprio non ci piace.
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