Tivoli. In fiamme le coltivazioni del presidente della Coldiretti: “Gesto da collegare alla criminalità organizzata”

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Può essere una casualità che negli incendi di queste settimane siano andati persi tra le fiamme gli oliveti del presidente della Coldiretti di Tivoli? Un comunicato congiunto di Sel Tivoli, Sel Castel Madama, Ecologisti e Reti civiche Verdi Tivoli e Sel Circoli Valle dell’Aniene sembra andare proprio in questa direzione. “Nell’esprimere profonda solidarietà all’agricoltore tiburtino che ha subito l’incendio doloso dei suoi oliveti, rivendicato e preannunciato da telefonate minatorie, auspichiamo che le indagini delle forze dell’ordine riescano ad identificare i responsabili. Riteniamo la vicenda evidentemente collegata al ruolo che l’agricoltore ha rivestito nella lotta contro la discarica prevista a San Vittorino-Corcolle”. Secondo i movimenti, il fatto può essere riconducibile alla presenza sul territorio di “elementi collegati a quella criminalità organizzata che sul ciclo dei rifiuti basa parte delle sue lucrose attività, e ci sembra evidente che questo tipo di criminalità debba avere collegamenti con ambienti politici ed amministrazioni pubbliche senza i quali non potrebbe infiltrarsi facilmente”. A questa affermazione, per nulla campata in aria, si può ricondurre, almeno nel tema affrontata, quanto ha affermato il Procuratorie di Tivoli in riferimento all’omicidio di stampo camorristico avvenuto a Terracina. “Se continuassimo a stupirci sarebbe molto grave. I clan controllano l’economia del litorale laziale”. E dal litorale all’entroterra, per certi settori, il passo è molto più breve di quello che si possa pensare.

“Il territorio tiburtino e la Valle dell’Aniene non possono e non devono diventare luoghi dove la criminalità organizzata possa impunemente allargare i suoi tentacoli devastando un tessuto sociale già minato dalla crisi economica e dalla mancanza di lavoro al quale i provvedimenti del governo aggiungono tagli e tasse. Siamo preoccupati ma decisi a reagire!”, questo si legge nel comunicato. E come si può reagire a tanto? Con l’impegno “di vigilare, chiamando a raccolta tutte le forze sane presenti sul territorio perché a questa manifestazione intimidatoria si reagisca alzando il livello di guardia su un argomento troppo sottovalutato: droga, affari illeciti, rifiuti, vedono la circolazione di capitali enormi che corrompono e distruggono. Si sappia che non abbiamo nessuna intenzione di consentire che il nostro territorio diventi preda di criminali e devastatori organizzati!”. Forse è troppo tardi, o forse no. Probabilmente è una cosa che abbiamo sempre saputo. Però magari smuovere occhi e cervelli a qualcosa servirà.

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