Roma, neonato muore per scambio di flebo. Ministro invia gli ispettori, 6-7 gli indagati

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Uno scambio di flebo sarebbe la causa della morte di un neonato all'ospedale San Giovanni di Roma. Per fare chiarezza sulla vicenda il ministro della Salute Renato Balduzzi ha disposto questa mattina l'invio "immediato" degli ispettori del ministero all'ospedale romano.

L'obiettivo, si legge in una nota, è quello di "acquisire tutte le informazioni sul decesso del bambino di pochi giorni che sarebbe morto per un errore dovuto allo scambio tra una flebo di soluzione fisiologica con del latte. Gli ispettori dovranno chiarire anche il motivo del ritardo nella denuncia da parte del personale sanitario".

 

 

Una segnalazione dei Nas alla Procura della Repubblica ha impedito che il neonato venisse cremato. A impedirlo dopo aver ricevuto la segnalazione dei carabinieri è stato il pubblico ministero Michele Nardi che ha disposto l'autopsia e ulteriori accertamenti medico-legali per accertare le responsabilità. Dopo i primi risultati della sua indagine il magistrato ha iscritto nel registro degli indagati 6 o 7 persone tra medici e paramedici mentre per altre persone sono in corso ulteriori accertamenti.

 

 

Il fatto è avvenuto tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio e le persone coinvolte sono tutte quelle che hanno avuto un ruolo nella gestione clinica del neonato. Oltre a sequestrare tutta la documentazione medica riguardante il ricovero della puerpera e della successiva nascita del bambino il magistrato ha già acquisito la relazione della direzione sanitaria del San Giovanni. Sulla base di questi primi accertamenti ha potuto ricostruire un quadro dei fatti e ora l'indagine proseguirà con altri accertamenti.

 

 

Dal canto suo il direttore generale Gianluigi Bracciale precisa come la Direzione generale dell'ospedale, appena informata dell'accaduto, abbia "immediatamente" dato disposizione alla Direzione sanitaria di presentare denuncia all'autorità giudiziaria e ha avviato contestualmente una indagine interna. La stessa direzione generale "ha informato i genitori del bambino di quanto avvenuto". "ll  2 luglio – spiega in una nota Bracciale – sono stato informato dal Direttore sanitario che in data 27 giugno nel reparto di Neonatologia ad un neonato prematuro era stata somministrata la nutrizione enterale per via endovenosa e che il successivo 29 giugno il piccolo era deceduto. Immediatamente ho dato disposizioni di notificare l'accaduto all'autorità giudiziaria e di avviare una indagine interna, in applicazione delle norme di legge e dei protocolli previsti in caso di eventi avversi". Il 3 luglio, infatti, la Direzione sanitaria di presidio ha denunciato  il fatto alla Procura della Repubblica che si è attivata per quanto di competenza. "Contestualmente – aggiunge Bracciale – ho chiesto alla Direzione sanitaria di presidio e alla primaria facente funzioni del reparto di presentare una relazione sull'accaduto, che mi è stata trasmessa rispettivamente in data 4, 5 e 9 luglio". Il 19 luglio – riferisce l'ospedale – la Commissione di indagine interna ha consegnato alla Direzione generale le proprie conclusioni. Le risultanze della Commissione di indagine sono a disposizione della Procura della Repubblica.

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