Nella tarda e calda mattinata dell’ultima giornata di maggio c’è stata la cerimonia inaugurale di un ampliamento della scuola elementare Don Milani. Se pur ancora priva di qualsiasi arredamento (scolastico e non) tutti i presenti hanno potuto apprezzare questa nuova struttura, composta da sei aule, quattro spazi da adibire a laboratori e biblioteca, un anfiteatro esterno, un piccolo parco giochi e un campetto di calcio. L’assessore Federico Pietropaoli e il consigliere comunale Marco Bertucci rilasciano interviste, consapevoli di poter vantare un altro tassello di un lavoro che ha visto gli edifici scolastici e le strutture dell’infanzia al centro delle attenzioni comunali: solo la settimana scorsa, sono stati inaugurate a Setteville nuove aule realizzate con la bioedilizia, mentre in via Douhet a due passi dalla sede del comune di Guidonia è stata ultimata la ristrutturazione della scuola media Da Vinci, con un occhio di riguardo per le tecniche di risparmio energetico.
Luminosità e grandi spazi sono le caratteristiche che subito saltano all’occhio in questo nuovo edificio, ma dopo una precisazione tecnica sulla realizzazione del soffitto ci si rende anche conto che la temperatura esterna e quella interna sono decisamente differenti. Sempre tecnicamente parlando l’architetto Rossana Roia e la preside Lanni ci tengono a cedere la parola al presidente regionale della Commissione Sicurezza sul lavoro Luigi Abate, che definisce la struttura “una piacevolissima realtà in controtendenza con le ingenti spese della Regione per la messa in sicurezza di strutture vecchie e poco antisismiche o per la rimozione dell’amianto. Tutti parametri di sicurezza e salute che un edificio nuovo come questo ovviamente ha”.
Ma il vero valore aggiunto di questa inaugurazione sono i bambini, con tanto di cappelli e grembiuli, bianchi o blu, con la loro genuina curiosità, rivolta verso quegli spazi in cui tra pochissimi mesi potrebbero passare gran parte del loro tempo.
Entusiasti ma ordinati si preparano all’arrivo del sindaco sostando nell’ingresso: le maestre e la preside Lanni fanno le ultime raccomandazioni e chiedono ai bambini ancora un po’ di pazienza e silenzio.
Spalleggiato dall’assessore Pietropaoli e dal consigliere Bertucci, il sindaco Rubeis si ferma nell’atrio e sulle note del Novaro, il piccolo coro inizia a intonare l’inno di Mameli con una bravura da fare invidia tanto al rinomato Antoniano, quanto ai muti beniamini del pallone.
Il resto è politica, anzi semplice…amministrazione: il taglio del nastro, i commenti dell’assessore e del consigliere comunale che gradirebbe altrettanta attenzione per gli istituti superiori, e i ringraziamenti della rappresentante dei genitori.
Quando il piccolo Stefano, un vivace bambino dal grembiule blu, dice al sindaco “Noi vorremmo avere banchi e sedie in questa scuola nuova”, l’architetto Rubeis risponde che “l’arredo scolastico arriverà a breve: il ritardo è filgio di un altro ritardo, quello sui bilanci”. Poi nel suo intervento il sindaco ha giustamente attaccato quei vandali che hanno inspiegabilmente rotto già tre vetri di questo edificio, “auspicando che la scuola stessa riesca a proporsi come luogo di formazione non solo culturale ma anche sociale e educativa”.
Ci si potrebbe dilungare ancora molto sul tema dell’inciviltà, ma è sicuramente più efficace riportare uno scambio di battute tra la preside e i bambini: alla domanda del dirigente scolastico su cosa mancasse ancora a scuola, ovviamente la maggior parte degli scolari ha risposto: banchi, sedie, lavagne…solo un bambino, voce tra le voci, ha risposto: “Anche le regole, bisogna avere!”. E allora verrebbe voglia di tornare tutti a scuola, dietro i banchi, ad ascoltare e imparare da chi, alla cattedra neanche ci arriva.
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