Mafia: Zingaretti, lavorare ogni giorno per una cultura della legalità

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''Non bisogna aspettare che ci siano eroi da ricordare, ma bisogna tentare di evitare che ce ne siano di nuovi. La mafia va sconfitta con l'impegno, non in occasione di una ricorrenza ma 365 giorni l'anno, lavorando soprattutto per la cultura della legalità:  la morte della legalità è infatti l'inizio del rafforzamento delle mafie''.

Lo ha detto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, presentando a Palazzo Incontro la mostra fotografica  ''Il silenzio  è mafia '' assieme al fondatore di “Libera”, don Luigi Ciotti. Zingaretti è poi tornato sull'attentato di Brindisi:  ''Da quello che è avvenuto – ha detto – abbiamo ricevuto due segnali. Quello devastante e drammatico che ha ferito una famiglia e ucciso una bambina e quello dei volti dei ragazzi e delle ragazze che hanno occupato le piazze, a testimonianza che la voglia di non arrendersi va sostenuta e incoraggiata ''. 

La mostra ”Il silenzio è mafia. Falcone e Borsellino vent'anni dopo”, si svolge nell’ambito dell’iniziativa “Il tempo della lotta alla mafia. ‘Lezioni civili’ in ricordo di Falcone e Borsellino”, a vent' anni di distanza dagli attentati di Capaci e via d'Amelio in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle rispettive scorte. Curata da Franca De Bartolomeis e Alessandra Mauro, per ”Contrasto” l’esposizione a Palazzo Incontro è prevista fino al 9 settembre 2012. Il Presidente Zingaretti ha poi presentato anche il programma delle “Lezioni civili” che l'amministrazione provinciale promuove dal 25 maggio fino al 19 luglio prossimo, sempre nella sede di Palazzo Incontro.

"Ricordare Falcone e Borsellino oggi – ha ribadito ancora una volta il Presidente della Provincia – è soprattutto un'occasione per parlare e promuovere la civiltà nel nostro territorio. Lo faremo con i nomi più importanti dell'impegno antimafia in Italia, con attori e intellettuali. Il messaggio che vogliamo lanciare è infatti quello che la Provincia di Roma c'è ed è in prima fila. Lo siamo stati con la promozione della Fiaccolata antimafia l'anno scorso, con la Consulta antimafia, e lo saremo il 17 luglio prossimo con una grande cena a Palazzo Valentini, per sostenere una cooperativa giovanile che porta il nome del giudice Livatino e che vuole riprendersi i terreni confiscati alle mafie dell'agrigentino". 

La mostra “Il silenzio è mafia”, oltre a rievocare quel periodo ricordando i due giudici, vuole richiamare il tempo della lotta alla mafia "scandito nelle sue tappe più atroci ma anche nei traguardi e nella consapevolezza acquisita". 

Tanti gli incontri di 'lezioni civili' come la lettura del “Diario di Rita Atria” con Monica Guerritore, la presentazione del libro “Uomini soli” di Attilio Bolzoni, “Le stragi del '92” con Giancarlo De Cataldo, “Fare luce sulla Piovra” con il Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso. E poi con Peppino di Lelllo, Franco La Torre e Simona Dalla Chiesa, Marco Tullio Giordana, Giancarlo Caselli, Ombretta Ingrascì, Dacia Maraini intervistati da altrettanti giornalisti.

"È per dire no a tutte le mafie – ha concluso Zingaretti – per favorire una società aperta e libera che la Provincia di Roma promuove questa iniziativa che abbiamo deciso di chiamare 'Lezioni civili' in memoria di Falcone e Borsellino e degli uomini delle rispettive scorte”, caduti nell’adempimento del proprio dovere. Ma anche nel ricordo  dei tanti magistrati e giornalisti, imprenditori e carabinieri, di gente comune che non ha accettato il silenzio. Non chiamateli eroi, ma cittadini".

"Quando ho letto il titolo del percorso 'Lezioni civili' – ha detto don Ciotti – ho pensato a Giovanni Falcone che pochi giorni prima di morire voleva tenere delle ‘lezioni di mafia’, che poi andarono comunque in onda ma con una sedia vuota e oggi quella sedia vuota è per Melissa:  mettete un'immagine in più in questo percorso fotografico. Le immagini devono essere contro una deriva culturale, affinché la memoria diventi impegno. Troppe parole retoriche e inutili nel nostro Paese. La prossima volta bisognerà fare i 'Percorsi di verita'. Bisogna dire no ai tanti silenzi complici che uccidono, dobbiamo vivere, non lasciarci vivere".

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