Da una questione relativa all’ambiente a caso europeo, a guerra aperta e dichiarata tra un ministro e un prefetto. Diventa ogni giorno più complessa la storia intorno alla discarica di Corcolle. Discarica che non vogliono i cittadini, non vuole il ministro Clini, non vuole il ministro Ornaghi, ma che vuole il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, e naturalmente la Regione Lazio. "Quello che pretendo è che il prefetto, che è un funzionario dello Stato, si allinei al rispetto delle leggi e delle direttive europee". Basterebbe una frase del genere per far tremare i polsi a qualsiasi funzionario dello Stato. Non a Pecoraro, che, indomabile, annuncia l’inesistenza di soluzioni alternative, e, fiero, di aver già avvisato Mario Monti di tutto questo. Ha rispettato i tempi, il prefetto. Tutto questo Pecoraro l’ha raccontato anche al Parlamento Europeo, in Commissione Petizioni. Ascoltatori attenti e interessati i membri del Comitato Uniti contro le Discariche. “Non possiamo non essere estremamente preoccupati: in conferenza dei servizi – ha raccontato Gianni Innocenti – l’Autorità di bacino del Tevere aveva descritto i gravi pericoli per la falda idrica che si trova nel sottosuolo della cava di Corcolle ed alimenta Roma. Il Ministero dei Beni culturali aveva evidenziato i vincoli archeologici che insistono sul sito e la vicinanza con Villa Adriana. Il Prefetto resta sordo non solo a questi pareri negativi ma anche ai dinieghi dei ministri, alle preoccupazioni dell’Unesco e dell’Europa, ai danni che procurerà ad un territorio pregiatissimo”. Decisioni, quelle del prefetto, che porteranno a infrazioni delle direttive provenienti da Bruxelles: sanzioni che non saranno pagate né da lui né dalla Polverini, ma dai cittadini, i quali, sempre al Parlamento Europeo, hanno addirittura scoperto di essere stati ricevuti dal Prefetto da settembre 2011. “E’ inquietante e non si è mai visto nel nostro paese, un Prefetto mettere in discussione così platealmente le posizioni documentate di due ministri, sottovalutare il pericolo di inquinamento dell’acqua di Roma, la presenza di siti archeologici importantissimi, dichiarare davanti al parlamento europeo – prosegue Innocenti – di avere incontrato i comitati quando a quelli di Corcolle e Villa Adriana non ha mai risposto! Arriveranno rifiuti trattati e non odoranti dice, ci chiediamo dove e come li tratterà se non ci sono impianti sufficienti.Insiste su Villa Adriana più lontana di due chilometri ma non considera l’area del monumento non ancora scavata e la buffer zone Unesco”. Di tutto questo, forse il punto più importante è l’assenza di provvedimenti per stimolare un serio discorso sui rifiuti che rispetti le normative italiane ed europee.
“Siamo preoccupati, per noi, per il nostro territorio – chiude – e per le figuracce internazionali che abbiamo fatto al Parlamento europeo ieri e che potremmo fare ad ottobre quando la Commissione petizioni verrà in ispezione a Villa Adriana. Continuiamo a ripetere che non ci stiamo!”. Per fortuna che qualche settimana fa si festeggiava lo scampato pericolo. Villa Adriana e Corcolle salve dai rifiuti. Il rifiuto più dannoso è quello del prefetto di Roma, che dice no anche all’evidenza.
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