“E’ colpa tua”. “No, lo hai fatto prima tu”. “Io lo voglio”. “Io invece no”. “Io lo facevo meglio”. Se lasciassimo queste dichiarazioni, tutto lascerebbe pensare a una discussione per futili motivi. Invece stiamo parlando, ancora, di impianto TMB. Di rifiuti. E di politica, naturalmente. Perché alla fine tutto parte e tutto torna da lì. Scintilla questa volta sono state le dichiarazioni del capogruppo del PD in consiglio comunale Domenico De Vincenzi, che sul Messaggero dice no all’impianto TMB all’Inviolata. Una frase che Rubeis usa per fare un po’ di cronostoria su come si è arrivati a decidere di posizionare proprio in quel luogo l’ormai famigerata struttura. “Con mia somma sorpresa, il consigliere di lungo corso De Vincenzi, asserisce che quello spazio non è gradito a gran parte delle forze politiche, ritengo di opposizione, presenti in consiglio comunale, quale sede del futuro impianto. Al capogruppo forse occorre che il sottoscritto rinfreschi la memoria su come e perché il Tmb sia stato localizzato proprio nell’area dell’Inviolata. A maggior ragione ora che, mi informa il presidente del consiglio comunale, il De Vincenzi (più altri) giusto stamane ha presentato una mozione per chiedere all’assise di bocciare la location. Ebbene, quell’area venne individuata fin dal 2003 dall’ex segretario della Margherita locale Paolo Morelli, partito cui il De Vincenzi in quegli anni aderiva senza se né ma. Il líder dovrebbe sapere che proprio in quel momento a sedere davanti al notaio Anedda di Roma, controparte Manlio Cerroni di Colari (consorzio che deve realizzare l’impianto, ndas) era proprio il Morelli nella veste di fiduciario del proprietario dell’area Carlo Maria Todini. In quella circostanza si promise la cessione di quegli ettari, ancora agricoli, di svariate centinaia di migliaia di euro. Il contratto venne poi perfezionato nel 2005 appena De Vincenzi vinse le elezioni comunali”. Passano gli anni, ma la politica resta sempre la stessa. Prima sì, poi no, poi chissà. Il bello è che oggi fare politica vuol dire proprio questo. “Vi era dunque la chiara intenzione del partito della Margherita di localizzare proprio lì l’impianto di Tmb. Un progetto passato poi per una conferenza dei servizi regionale aperta nel 2008, quando era il De Vincenzi a governare, e conclusasi con l’autorizzazione regionale rilasciata dall’assessorato ai rifiuti retto dal delegato Pietro Di Paolo. Questi sono fatti inconfutabili”. Talmente inconfutabili che il sindaco di Guidonia proprio non si discosta dal suo proposito, quello di puntare alla realizzazione dell’impianto. Per chiudere la discarica, naturalmente. “Mi sembra però di essere l’unico a non nascondere le proprie posizioni dietro al classico dito. Non lascerò che una politica ambigua comprometta, anche con l’aiuto di posizioni pseudo ambientaliste, il primo e unico progetto utile a superare la discarica. Essa, ha avuto modo di sostenere anche Gian Antonio Stella in un apprezzabile articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” qualche giorno fa, si bypassa con la normativa europea già in vigore (che vieta la discarica come mezzo di smaltimento del Rsu) e con la realizzazione di un impianto di moderna generazione come quello che Colari intende realizzare. Sarò ben lieto di affrontare il líder, che chiede di aprire una discussione in consiglio, in quella sede, forte delle mie ragioni e dei miei non condizionamenti con quanti in questi ultimi trent’anni si sono fatti forza di posizioni che hanno finito per avvantaggiare il gestore della discarica Eco Italia ’87 Srl (famiglia Deodati), non mi fermerò. Voglio l’impianto per chiudere la discarica checchè sostengano i ben pensanti”. Dichiarazioni, quelle sul non nascondersi, di certo legittime: Rubeis non ha mai nascosto di volere l'impianto. E ci ha sempre messo la faccia. Sulla necessità di un impianto del genere ci siamo già espressi più volte: non può essere la soluzione. Ed è per questo che ci permettiamo di correggere il sindaco sui benpensanti. Chi non vuole effettivamente l’impianto sono i cittadini, sono tutte le persone che si sono viste privare di un parco archeologico perché doveva essere riempito di immondizia, sono tutti quelli che per anni hanno approfondito il tema dei rifiuti, quelli che sono scesi in piazza, quelli dei Libri Bianchi, quelli che hanno iniziato la differenziata prima che diventasse di dominio pubblico. Sono quelli che forse andrebbero ascoltati, almeno per un confronto. Evento che non è mai un male. I benpensanti sono altri. Di falsi ambientalisti è piena Guidonia, e sono piene le poltrone del comune, da una parte e dall'altra. E' qui che il confronto rischia di diventare comizio. “Io ho ragione”, “No, ho ragione io”. "Io sono bravo". "Io di più". "Lo facciamo qui". "E perchè non lì?". E di comizi la città non ne sente più il bisogno.
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