Ai sensi e per gli effetti dell’art. 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, in considerazione di quanto espresso in premessa, è prorogato, fino al 31 dicembre 2011, lo stato di emergenza determinatosi nella città di Roma nel settore del traffico e della mobilità e per le attività di delocalizzazione dei centri di autodemolizione e rottamazione presenti nel territorio del comune di Roma.
L’art. 5, comma 1, della Legge 225/1992 che istituisce la protezione civile, dice che è possibile deliberare lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità e natura degli eventi. In particolare si fa riferimento a calamità naturali, catastrofi o altri eventi, che per intensità ed estensione, debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.
E’ utile ricordare che il DPCM in questione è l’ultimo di una lunga serie iniziata nel 1999, con il DPCM -sempre lui- del 19 febbraio 1999. Questo vuol dire che da quasi 13 anni a Pietralata, come in altri quartieri della periferia romana, viviamo in una situazione di calamità naturale o catastrofe che dir si voglia.
Ovviamente in questo caso non parliamo di un disastro naturale, o di un evento inaspettato, ma della sciagurata attività degli uomini e di un sistema di regole che viene continuamente disatteso sotto l’ombrello protettivo della proroga. Alla fine tutti agiscono nella legalità formale, ma nella sostanza noi continuiamo a vivere dentro la devastazione ambientale.
Nel teatro classico greco catastrofe indica quella parte della tragedia in cui avviene lo scioglimento, la fine dell’intreccio. Spesso, quando la situazione sembra senza via d’uscita, la catastrofe finale si ottiene con l’intervento di una divinità: il Deus ex machina.
Chi sarà il Deus ex machina che ci salverà?
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