Ancora una notizia che non riguarda il nostro territorio, ma che siamo ben felici di pubblicare. Un pezzo sullo Zambia, e sulle sue elezioni: nulla a che vedere, evidentemente, con il pezzo di provincia che tentiamo di raccontare. Un legame c’è: ed è Rosa Spalatro, in servizio civile in Africa. Una ragione ottima per dare spazio a notizie che spazio non ne trovano. Siamo fieri di poter essere mezzo per questo racconto. Una menzione d’obbligo al sito www.antennedipace.org, canale tramite il quale arrivano i comunicati dall’Africa. Non resta che ringraziare Rosa e le altre ragazze. Asante Sana!
La campagna elettorale per le quinte elezioni tripartitiche (dal 1991, anno in cui è stato reintrodotto il sistema multipartitico) è cominciata all’inizio di agosto: si vota per eleggere il presidente della repubblica, il parlamento ed i governi locali. I candidati alla Presidenza sono 10, tra cui c’è una sola donna, ma lo scontro è principalmente tra l’attuale Presidente Rupiah Banda (sostenuto dal partito MMD, Movimento per la democrazia multipartitica) e Michael Sata (sconfitto nelle elezioni del 2008 e sostenuto dal partito PF, Fronte patriottico). Entrambi hanno fatto campagna in tutta la nazione aiutandosi con motti, canzoni, slogan, “doni” agli elettori (bracciali, spille, chitenge[1], magliette), gesti e in parte anche esplicitando i programmi.
Per R. Banda le parole chiave sono “Nafuti nafuti” (ossia “Ancora,ancora” in ichibemba[2]), infatti è dal 1991 che l’MMD è il partito di maggioranza. Continuamente in questo periodo è stato denunciato dagli altri candidati (in particolare Sata) e da alcuni mezzi di informazione (in particolare il quotidiano “The Post”, come si può leggere per esempio nell’editoriale on line del 10 settembre) che la campagna elettorale del Presidente in carica è stata eccessivamente costosa e si sono utilizzati fondi e risorse non economiche appartenenti al governo destinati ad utilizzi pubblici. Il Presidente in carica respinge le accuse di corruzione dicendo che non ci sono prove che dimostrino che ci sia stata una sottrazione illecita di soldi da banche, da fondi statali, da altri enti o associazioni e da privati cittadini. L’appello agli elettori è quello di valutare invece le evidenze di ciò che il governo ha fatto per gli zambiani in questi 3 anni e che solo insieme, zambiani e governo, saranno in grado di fare molto di più in futuro. Banda precisa che i soldi pubblici sono stati spesi per garantire che le elezioni avvenissero legalmente e che le tessere elettorali e tutti i documenti necessari venissero stampati e distribuiti in tutto il Paese.
Il programma elettorale di Banda ruota intorno a 7 punti che dovrebbero garantire prosperità, stabilità e sicurezza per lo Zambia del futuro:
– aumentare la produzione agricola e garantire la sicurezza alimentare per tutti gli zambiani
– costruire scuole migliori per i bambini
– creare servizi sanitari migliori per tutta la popolazione
– garantire più occupazione per tutti
– costruire infrastrutture di qualità in tutto il Paese
– garantire pari opportunità a tutti per quanto riguarda l’accesso ai mezzi di produzione (terreni, corsi di formazione,…)
– sostenere e rafforzare un governo democratico
L’avversario Michael Sata ha un passato politico nelle file dello stesso MMD, partito che ha poi abbandonato nel 2001 quando Mr Mwanawasa è stato scelto come candidato alla presidenza del partito (carica che è generalmente considerata essere anticipatrice della successiva candidatura alla Presidenza della Repubblica). Il motto su cui ha fondato tutta la campagna elettorale è “Don’t kubeba” (letteralmente “non dirlo a loro”), un invito agli elettori ad accettare tutto ciò che viene distribuito da Banda e dal suo partito durante i meeting ma di scegliere poi il PF al momento del voto. La campagna inoltre si è concentrata essenzialmente sullo screditare e sull’accusare l’attuale governo e presidente: non sono stati in grado di fronteggiare le difficoltà nazionali, si sono rivelati incapaci di combattere la corruzione ma soprattutto hanno sostenuto e sfruttato questa modalità illegale. Sata ha pubblicamente espresso più volte che venissero chiariti e resi trasparenti i seguenti punti critici: dove sono stati presi i finanziamenti per la costosa campagna elettorale dell’MMD? Quali interessi economici e quali favori ruotano intorno al binomio MMD- cinesi per la proprietà e lo sfruttamento delle miniere in Zambia? La promessa di Sata è di riportare queste ultime in mano agli zambiani garantendo che diventino davvero una ricchezza per il Paese. Questo candidato per i sostenitori rappresenta il cambiamento, la svolta, la garanzia di un cammino verso la democrazia, intesa come un alternarsi di parti politiche alla guida della nazione.
Oltre a fare un’analisi politica sull’attuale situazione zambiana vorremmo condividere alcune caratteristiche di questa campagna elettorale. Prima ancora che comparissero le sponsorizzazioni dei vari partiti, coi rispettivi candidati, sulle strade della nazione sono stati affissi grandi manifesti (realizzati dalla Electoral Commission of Zambia, l’ente zambiano che si occupa di organizzare e monitorare l’andamento generale delle elezioni) atti a sensibilizzare l’elettorato ad una “campagna pacifica e un voto consapevole”.
“Your vote is your voice” è il messaggio lanciato dalla E.C.Z. e da diverse organizzazioni e chiese locali: la sensibilizzazione è avvenuta soprattutto nei compound (baraccopoli) del Paese proprio per sottolineare l’importanza, il diritto e il dovere di ogni zambiano di prendere parte a queste elezioni scegliendo il candidato da cui si sentono maggiormente rappresentati.
Volantini autenticati dalla E.C.Z., attaccati soprattutto sui tronchi degli alberi, sottolineano l’importanza di rifiutare qualsiasi forma di corruzione; questa può essere considerata una testimonianza del fatto che, pur definendosi un Paese democratico, la morsa della corruzione è sempre pronta a scattare, specialmente quando in gioco c’è la possibilità di governare la nazione.
Accanto a tutta la campagna di sensibilizzazione per delle elezioni pacifiche e responsabili non è però mancato il “pugno di ferro” dell’attuale presidente in carica, R. Banda, il quale ha promesso che non ci sarà grazia e clemenza nei confronti di chi intenda creare disordini prima, durante e dopo le votazioni.
Un appello infine arriva anche dal primo presidente zambiano, entrato in carica dopo la fine del colonialismo britannico, Kenneth Kaunda, che invita la popolazione a “dimostrare al mondo intero che lo Zambia è una nazione pacifica”.
FONTI
- editoriale “The Post” on line 10/09/11
- “The Post” 12/09/11
- “Times of Zambia” 17/09/11
- “Sunday Post” 18/09/11
- “Times of Zambia” 19/09/11
- “Zambia Daily Mail” 20/09/11
ROSA SPALATRO
SARA ROVATI
TATIANA ABBONIZIO
Grazie al sito www.antennedipace.org
[1] Nella cultura zambiana sono prettamente le donne ad utilizzare questa stoffa che ha diverse fantasie e colorazioni. Il chitenge viene principalmente legato alla vita ( nello stesso modo in cui noi indossiamo i parei) o alla schiena (per trasportare i bambini).
[2] L’ichibemba è una tra le più diffuse lingue dello Zambia (che in totale sono 73) parlata dalla popolazione bemba che abita principalmente la parte centro settentrionale del Paese.
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