I capi di Stato in visita in Italia dal 2007 a oggi hanno avuto, nella scorta, l'uomo allontanato per aver denunciato i sadismi commessi alla Caserma Spinaceto di Roma. Sollevato il conflitto di competenza su chi deve giudicare
Incredulità è stata espressa dal sindacato di polizia Silp Cgil dopo la notizia della scelta del prefetto Stefano Berrettoni, quale coordinatore dell'inchiesta interna sulle violenze perpetrate nella Caserma Polifunzionale di Spinaceto a Roma, denunciate nel luglio scorso. Berrettoni, infatti, è parte attiva della vicenda, ne è coinvolto, essendo stato lui ad allontanare per “incompatibilità ambientale” l’agente scelto dei Nocs che, con tre relazioni di servizio, aveva denunciato le sevizie interne alla caserma.
L'agente denunciante, uomo con uno stato di servizio invidiabile per aver fatto parte della scorta di grandi della Terra come Barack Obama, Shimon Peres e Tony Blair, era stato giudicatoincompatibile con il corpo dei Nocs. Nella relazione di Berrettoni si parlava di un atteggiamento di diffidenza che il Nocs nutriva verso chi aveva fatto la denuncia.
Il Ministero dell’Interno, rispettando il criterio di gerarchia, è stato formalmente obbligato ad affidare il compito di coordinare l’inchiesta alla direzione centrale della polizia di prevenzione, esercitato appunto da Berrettoni. A rendere perplesso il sindacato, come ha specificato Gianni Ciotti, segretario provinciale del Silp Cgil, è stato scegliere come inquirente un soggetto definito parte in causa in un procedimento penale.
Un procedimento che getta molte ombre e che sta mettendo in forte imbarazzo il corpo speciale della Polizia di Stato: nel suo rapporto si descrivevano i macabri rituali d'iniziazione praticati dai maggiori nella caserma.
Condividi