Alla fine arriva l’esproprio. Il 21 luglio le Ferrovie dello Stato prenderanno possesso del terreno nei pressi di via Lombardia, a Villalba. Non solo terreno. Evidentemente. Parcheggi privati di case regolarmente pagate dalle famiglie, un pezzo di terreno dove la ditta Garofoli lavora – con molti problemi per la gru – e con “l’invasione” del campo dell’Albula – siamo a Tivoli Terme, comune di Tivoli – che ha già preso contromisure sistemando i muri. La comunicazione dell’esproprio “per occupazione d’urgenza” – viene da chiedersi il perché di tutta questa fretta – è arrivata alle famiglie il 4 luglio. E delle pubbliche spiegazioni e soprattutto delle soluzioni chieste all’amministrazione comunale durante la presentazione del progetto del raddoppio della ferrovia neanche l’ombra. Tempi per i ricorsi delle famiglie? Brevissimi, e infatti, si è deciso di attendere per il Tar, per poi, “d’accordo con il costruttore, effettuare un ricorso unico. Visto che è sbagliato l’accatastamento, è sbagliato anche il calcolo del rimborso”. Costruttore che è Andrea Mazza, figlio dell’attuale assessore alle Finanze del Comune di Guidonia. Resta da chiedersi come è stato possibile costruire case sulla ferrovia. O come è possibile dare permessi per costruire lì. Ma non per chi costruisce, attenzione. Ci viene da pensare una cosa. Non è che, all’epoca dei permessi, non ci credeva nessuno che il raddoppio della ferrovia potesse effettivamente essere reale? Ipotesi da non sottovalutare, tanto più che il progetto ha trovato concretezza solo negli ultimi mesi, ma era una voce più che fondata da anni. Ipotesi, nient’altro. Ma resta il fatto che 8 famiglie hanno perso il loro posto auto, che hanno regolarmente pagato, di una casa regolarmente comprata. In tutto in cambio di nulla. Ci tornano in mente le parole di Umberto Ferrucci, che ci spiegò come il “progetto poteva essere modificato in fase di approvazione ma nessuno tra le persone coinvolte si pose il problema, un fatto abbastanza naturale. Forse sarebbe stata necessaria una riflessione più profonda”. Riflessione, parola fuori moda. Di moda a Guidonia c’è senz’altro l’urbanistica “illuminata” e le concessioni edilizie. Ma riflessione, approfondimento, concertazione, non fanno parte del vocabolario di chi gestisce certe cose. Con buona pace di chi impegna i suoi risparmi in una casa. E ci si trova un treno dentro. Che di fatto gli porta via la macchina.
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