Riceviamo e Pubblichiamo:Le Costruzioni e la crisi…

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Le costruzioni e la crisi, ogni giorno nel Lazio 22 operai perdono il posto di lavoro e 3 imprese chiudono. Entro un anno altri 6000 operai rischiano di perdere il posto di lavoro. Le proposte dei sindacati per uscire dalla crisi.

  Il settore delle costruzioni, traino dell’economia del Lazio, è attraversato da una profonda crisi che produrrà i suoi effetti anche nei prossimi anni. I dati sono drammatici: i lavoratori vengono licenziati ogni giorno e le imprese chiudono. Diminuiscono le imprese attive e regolari ed è sempre più alto, mese dopo mese, il numero degli operai che perdono il posto di lavoro: la massa salari diminuisce, le ore ordinarie lavorate sono sempre meno, tutti gli indici della produzione dei materiali collegati al settore sono in calo (cemento, calcestruzzo e laterizi), crolla il numero dei permessi per costruire e quello dei bandi pubblicati. In aumento la crescita della cassa integrazione ed il numero dei lavoratori in nero e gestiti dai caporali.
Ogni giorno 22 operai edili nel Lazio perdono il posto di lavoro e chiudono 3 imprese edili, ogni mese le ore lavorate dalle maestranze nel Lazio diminuiscono del 9,1% (da una media mensile di 6.507.674 a 5.918.429, con una diminuzione per ognuno dei 6 mesi presi in esame, di 589.245 ore lavorate). Se non si provvede immediatamente a porre un freno a questa situazione stimiamo che almeno altre 5.800 persone perderanno il posto di lavoro entro un anno. Il calo degli investimenti nel 2009 è stato del 10% rispetto all’anno precedente, nel 2010 il dato sembra destinato a continuare se non peggiorare, il calo delle abitazioni costruite nel 2009 del 17,5% rispetto all’anno precedente, nel primo trimestre del 2010 vi è stato un ulteriore crollo del 16,8%. In calo inoltre la presenza straniera: a Roma sono 91 le imprese attive di stranieri che hanno cessato l’attività tra ottobre 2009 e marzo 2010, con oltre 2mila operai stranieri in meno da 24.755 a 22.666, con aumento della manovalanza irregolare e del caporalato pronto a sfruttare lavoratori esposti al ricatto, anche per la poca conoscenza delle tutele cui hanno diritto.
LE NOSTRE RICHIESTE: 

Alle imprese chiediamo:
  • •    maggiori investimenti e risorse umane sulla bioedilizia, sulla qualificazione delle opere, sulla tutela ambientale, accompagnata alla formazione continua delle maestranze che garantisca il reale livello professionale e allo sviluppo di una cultura della sicurezza. Nelle nuove costruzioni urbane che si tenga sempre conto delle questioni quotidiane, come la viabilità e lo sviluppo dei quartieri a vantaggio dei residenti;
Alla Pubblica Amministrazione chiediamo:
  • •    che sia superato il ricorso sistematico nel ritardo dei pagamenti alle imprese. In questo modo si sottrae liquidità alle imprese di costruzioni impegnate nella realizzazione di opere pubbliche. Tutto questo ha effetti devastanti sul sistema economico, con il rischio della fuoriuscita delle imprese sane dal mercato con impatti negativi sul sistema sociale con la perdita di tanti posti di lavoro;
  • •    nuovi investimenti pubblici, anche per la realizzazione di piccole opere spesso bloccate dal patto di stabilità. Puntare sulle opere già finanziate ma non ancora appaltate, oppure non ancora avviate;
  • •    l’avvio e soprattutto l’attuazione del piano casa per abitazioni ad affitto sostenibile (housing sociale) ed un programma di edilizia economico e popolare per rispondere anche alla domanda di casa delle famiglie, un piano di rilancio dell’edilizia che favorisca un ritorno all’occupazione con interventi di adeguamento tecnologico e di risparmio energetico. Un grande piano casa basato sulle nuove tecnologie e sulla bioedilizia. Si creerebbero così nuove figure professionali e maggiori opportunità di lavoro per le maestranze edili; 
  • •    trasparenza in funzione della legalità nelle gare di appalto. L’allarme lanciato dal presidente dell’Authority Luigi Giampaolino è reale e deve spronare tutti, a partire dalle istituzioni, a porre in essere le condizioni per avere regole certe nel settore delle costruzioni a tutela degli imprenditori onesti. Noi come sindacato chiediamo che venga meno l’uso del massimo ribasso per passare all’offerta economicamente più vantaggiosa;
  • •    lotta all’evasione contributiva e fiscale. Secondo i dati della Cassa Edile Roma è la città italiana con il più alto numero di lavoratori part-time. A Roma il 22,2% degli operai lavora con contratto part-time, (la seconda città italiana con il numero di lavoratori part-time nel settore è Napoli con il 10,8%). Si presume che 13 mila lavoratori alle 12 escano dai cantieri. Il ricorso a contratti a tempo parziale spesso vuol dire eludere la legge dal punto di vista contributivo e fiscale e penalizza fortemente i lavoratori. Proponiamo che alle imprese che utilizzano solamente lavoratori a tempo parziale non venga rilasciato il documento unico di regolarità contributiva.
Al Governatore della Regione Lazio chiediamo:
  • •    di impegnarsi alla costituzione di un coordinamento di tutti gli organismi di controllo sulla sicurezza per aumentare e migliorare il livello di prevenzione e vigilanza nei cantieri edili;
  • •    di impegnarsi all’assunzione con fondi appositi di nuovi ispettori SPreSAL con contratto a tempo indeterminato. In media mettendo in rapporto il numero di opere con il numero di ispettori, viene fuori che un cantiere può essere controllato una sola volta in 30 anni;
  • •    più risorse economiche a disposizione per la formazione professionale svolta dentro la bilateralità del settore;
  • •    la realizzazione di almeno una significativa opera pubblica per provincia che costituisca l’ossatura della nuova rete del territorio del Lazio con il resto d’Italia.

 

  • •    in tempi stretti un incontro per la gravità della situazione sopra descritta e il massimo impegno per il ruolo importante che ricoprono per promuovere tutte le iniziative necessarie per provare ad invertire la tendenza della crisi in atto. 
La situazione è grave e il settore delle costruzioni rischia di collassare: per questo non vogliamo essere spettatori, aspettare il crollo del sistema economico e commentare la perdita del posto di lavoro di altre migliaia di operai.
Vogliamo aprire una campagna di rilancio del settore che possa dare ossigeno ai nostri lavoratori, schiacciati da una situazione drammatica, e sollecitare le istituzioni a non essere dormienti ma protagonisti insieme a noi di iniziative per incontrarsi e discutere di proposte concrete per “produrre concretamente lavoro”.

I NUMERI DELLA CRISI

Fonte Sindacale su dati Casse Edili del Lazio confrontando il periodo ottobre 2009 – marzo 2010 rispetto ad ottobre 2008 – marzo 2009 (di 4 su 5 province laziali).
-9,1% le ore lavorate dagli operai 
-3.535.475 le ore lavorate in meno dagli operai 
-7,9% gli operai attivi nel settore edile 
-5.832 gli operai che hanno perso il posto di lavoro
-6,2% le imprese attive nel territorio regionale 
-907 le imprese che hanno cessato l’attività da marzo 2009 a marzo 2010
+129,3% le ore di cassa integrazione autorizzate nel 2009 rispetto al 2008
+2.127.092 le ore di cassa integrazione autorizzate in più nel 2009 rispetto al 2008

PERCENTUALE OCCUPAZIONE IN 4 PROVINCE LAZIALI 
VITERBO -5,1%
ROMA -7,2%
FROSINONE -13,7%
LATINA -16,9%
 
OPERAI ATTIVI NEL SETTORE EDILE IN 4 PROVINCE LAZIALI DA MARZO 2009 A MARZO 2010
VITERBO DA 4.187 A 3.850 = 337 OPERAI IN MENO  -8,0%
ROMA DA 50.846 A 47.021 = 3. 825 OPERAI IN MENO  -7,5%
FROSINONE DA 10.833 A 9.912 = 921 OPERAI IN MENO  -8,5%
LATINA DA 7.727 A 6.978 = 749 OPERAI IN MENO -9,7%
 
IMPRESE ATTIVE NEL SETTORE EDILE IN 4 PROVINCE LAZIALI
VITERBO DA 1.130 A 1.044 = 86 IMPRESE IN MENO  -7,6%
ROMA DA 9.936 A 9.339 = 597 IMPRESE IN MENO  -6,0%
LATINA DA 1.670 A 1.571= 99 IMPRESE IN MENO  -5,9%
FROSINONE DA 2.005 A 1.880= 125 IMPRESE IN MENO  -6,2%

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