Tivoli, la cronaca “storica” dell’inaugurazione del Santuario d’Ercole Vincitore

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Un immersione nella storia. L'inaugurazione del Santuario d'Ercole Vincitore a Tivoli ha permesso ai presenti di fare un salto nel passato per vedere il mondo come lo vedevano gli abitanti dell'epoca Il santuario si innalzava sul versante sud della forra dell’Aniene, nel tratto tra le cascatelle di Tivoli (a monte) e la località Acquoria (a valle). Il luogo fu una scelta mirata dei costruttori. Il complesso monumentale, infatti, era visibile a largo raggio dal Monte Cavo al Soratte e rappresentava un affaccio sul Lazio antico: la vista spaziava verso i monti Prenestini, i colli Albani e i Monti Cornicolani. Il grande organismo sorse fuori della città di Tivoli in una posizione strategica a cavallo della via Tiburtina Valeria, principale raccordo tra l’Abruzzo e il Lazio. La strada, che venne di fatto inglobata nel complesso, lo attraversava in una monumentale galleria in muratura cosiddetta “Via Tecta”. Ma a permettere tale viaggio nel tempo è stato un Cicerone di eccezione quale Piero Angela che con la semplicità del linguaggio e la ricchezza dei contenuti

ha presentato un filmato che ha lasciato senza fiato. Prima della proiezione, al tramonto abbiamo chiesto ad Angela di guidarci per capire ancora di più l'evento ed oltre l'evento.

"La presenza di un santuario extraurbano dedicato ad Ercole non è casuale in questo punto strategico, visto il ruolo anche economico delle strutture santuariali antiche. La particolare divinità venerata inoltre, notoriamente protettrice delle vie di transumanza e dei pastori, conviene alla tipologia degli scambi commerciali che si dovevano svolgere lungo la direttrice viaria, in uno dei suoi punti meglio controllabili."

Purtroppo il tempo non lascia intatte le cose e la mano dell'uomo non interviene per salvare in tempo con consuguenze "pompeiane" sono sotto gli occhi di tutti.

La vita del santuario fu lunga e florida e continuò fino al IV sec. d.C., sebbene le strutture testimonino segni di decadenza anche anteriori, ma l’abbandono definitivo può essere collocato nella prima metà del VI secolo quando, durante le guerre greco gotiche, Tivoli venne conquistata da Totila, re degli Ostrogoti. Il santuario, in stato di abbandono, divenne gradualmente una “cava di materiali” e si trasformò in “paesaggio agricolo”

Tutto questo è stato straordinariamente raccontato, in questa affascinante cornice dopo gli interventi delle autorità per la serata inaugurale, in un dibattito, moderato dall’architetto Federica Galloni, direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, a cui hanno partecipato il ministro Galan, il governatore Polverini, il sindaco di Tivoli Sandro Gallotti, il prof. Filippo Coarelli, archeologo supervisore scientifico dei lavori, da Piero Angela, che insieme a Paco Lanciano ha realizzato un video con riprese dall’alto e ricostruzioni in 3D di come doveva apparire l’area nell’antichità. Il sito rappresenta un unicum per la variegata storia che ha alle spalle: da un lato, la Tiburtina è stata per secoli l’unica via che collegava Roma all’Abruzzo, e quindi il tempio insisteva su un percorso cardine della transumanza, tanto da costituire un forum degli scambi economici (la dedicazione al culto di Ercole si deve, tra l’altro, al fatto che questi fosse il nume tutelare della pastorizia e genericamente degli affari), ma d’altra parte a partire dal IV secolo, con l’imperatore Teodosio, i templi pagani andarono in rovina per l’avvento del cristianesimo. Fu così che il sito di Tivoli visse secoli di abbandono, fino a quando nel Settecento ospitò varie industrie quali una fonderia, una centrale idroelettrica, e la cartiera Segrè, di cui si notano ancor’oggi i binari che solcano la pavimentazione della via Tecta, necessari al transito dei carichi pesanti.

Un Super Quark in diretta che ha avvicinato i presenti all'esclusivo mondo dell'archeologia ancora per pochi.

La diffusione di conoscenze è ancora appannaggio di una classe ristretta di persone. Per questo la capacità divulgativa di Piero Angela è di fondamentale importanza anche per il coinvolgimento del mondo delle scuole. Ottima idea sarebbe quella di ripetere l'evento a favore di tutte le scuole del territorio e non solo. La visione del filmato rende immediatamente accessibile a tutti i contenuti reconditi di importanti siti spesso sconosciuti anche ai residenti! Proprio su questo punto abbiamo chiesto allo stesso Angela cosa lo spingesse a vedere oltre e a raccontare con semplicità anche le cose apparentemente difficili. "E nella voglia di scoperta che il lavoro dello studioso e dell'appassionato si cocretizza con il continuo apprendere da coloro che ci hanno preceduto per raccontarlo dando vita e forma alle parole e al passato base essenziale per il presente e il futuro"

Antonio Capitano

(con la collaborazione di Marianna Scibetta)

 

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