Era il giorno del suo compleanno, e si è presentato all’ingresso dell’appartamento della 75enne con un pacco. Non ha avuto grosse difficoltà a farsi aprire: la vittima era la nonna della fidanzata.
A dare un volto all’autore dell’omicidio sono state le immagini dell’impianto di videosorveglianza che la 75enne aveva fatto installare nell’abitazione.
A dare un nome a S.S., 23enne, sono stati invece gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Roma, che nel corso delle ore successive hanno ricostruito il quadro indiziario a suo carico fino a chiudere il cerchio delle indagini con la sua identificazione.
A firmare il provvedimento di fermo di indiziato di delitto è stato il dr. Andrea Mosca Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma, coordinata dal Procuratore Capo
Pochi attimi dopo essere entrato S.S ha colpito al volto la donna con un pugno stordendola e facendola cadere a terra. Dopo averla allontanata dall’ingresso l’ha ripetutamente calpestata, ed è in questo frangente che si è consumata la “circostanza letale”.
La frattura di una vertebra ha infatti causato un’emorragia interna che ha provocato il decesso. Ma il piano omicida non finisce.
Il 23enne aveva anche pensato ad un finale. Dopo aver “sistemato”il corpo nella vasca da bagno, l’ha cosparso di acido. Quindi, dopo essersi cambiato indumenti, ha chiuso le finestre, sigillandole con i cuscini del divano ed aperto i rubinetti del gas.
Prima di uscire, quindi, ha acceso una busta di plastica. Probabilmente nel suo “piano” era prevista anche l’esplosione dell’immobile.
Ma a tradire il suo disegno criminoso, prima ancora delle “immagini”, è stato proprio il fumo generato dalla combustione della plastica, da cui poi è scattato l’allarme che uno dei condomini ha dato al 113.
Non è ancora chiaro il movente del gesto. Gli investigatori, che stanno continuando a scavare “dietro le quinte della scena del crimine”, ipotizzano una possibile pista legata ad interessi patrimoniali.
Interrogato dagli agenti della Squadra Mobile, S.S. ha dichiarato che a guidarlo sarebbero state “alcune voci”, asserendo dell’esistenza di strumenti elettronici in grado di condizionare la mente umana.
Intanto per lui è scattato il fermo di polizia giudiziaria, e da ieri sera è in regime di detenzione a nel carcere di Rebibbia.
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