Settore estrattivo, giovedì la legge 168 ritorna alla Pisana. Di Paolo dice sì alla deroga per Villalba

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Torna la pace intorno alla ormai famosa e famigerata proposta di legge 168, che molti cambiamenti potrebbe apportare al settore estrattivo nella zona di Villalba? Lo scopriremo solo il prossimo giovedì, quando la legge ritornerà in consiglio regionale. Lì si vedrà se verrà accolto in sede di approvazione l’emendamento voluto dall’amministrazione comunale di Guidonia, che prevede una deroga ad hoc per le cave all’interno dell’area sanitaria di Villalba e Tivoli Terme. Emendamento che è già stato accolto con favore dall’assessore regionale alle attività produttive e politiche dei rifiuti – sembra strano, ma tali politiche le ha anche la Regione Lazio – Pietro Di Paolo. Un passo in avanti salutato trionfalmente dal sindaco di Guidonia Eligio Rubeis, che parla di “una vittoria mia personale, della maggioranza che rappresento, a salvaguardia del territorio, quello di Villalba, da anni vittima della subsidenza disastrosa, un fenomeno legato al dissesto idrogeologico provocato dall´emungimento sconsiderato che i cavatori effettuano all´interno delle cave stesse”. Emendamenti che saranno addirittura due, visto che anche il Partito Democratico ne ha approntato uno. Dunque ora toccherà aspettare giovedì, per vedere che fine farà questa legge 168, che ha portato a comunicati infuocati e a tavoli di concertazione più o meno importanti. Una legge che porterà cambiamenti ad un settore, quello estrattivo, che è di importanza cruciale per Guidonia, soprattutto per i cittadini che lavorano nelle cave. Per loro, e solo per loro, dovrebbe essere portato avanti un discorso di concertazione, che li veda partecipi e coinvolti su quello che di fatto è il loro presente e il loro futuro. Il problema è che questo accade quasi mai. Stesso discorso vale per le cementerie. Riconversione, delocalizzazione. Tutto bello. Ma qualcuno ha chiesto agli operai – quelli semplici, quelli dei turni di notte, quelli da mille euro al mese – che cosa ne pensano?

 

 

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