Ten – Pearl Jam – Epic Records (1991)

In Cronaca & Attualità, Primo Piano, Spettacolo da Pierfrancesco Piseddu Commenti

Condividi

Un sogno, grunge? Non è affatto detto. Alternative rock? Forse…ma dare un nome a ciò che quest'album rappresenta è probabilmente proprio l'approccio più sbagliato. Diamo un nome alle emozioni che suscita in ognuno di noi, e qui il lavoro è molto più facile. Lasciatemi fare una breve introspezione. Sono un appassionato di rock classico, vivo in uno stato di perenne innamoramento nei confronti dei Led Zeppelin, degli Who, di Hendrix, e di tutti coloro possano essere incoronati come Re (o Regine) di quello stile inconfondibile di protesta, virtuosismo, sangue, genialità e giustissima sregolatezza che tutti noi chiamiamo Rock. Pensavo che nessuno di loro, o di simile, sarebbe mai potuto ritornare, insomma apparte quei Re e quelle Regine non avrei avuto più nuovi "amori". E' proprio il caso di dirlo: "mai dire mai!". Sono abituato a chiedere molto alla musica che ascolto, in tutte le mie giornate, nei momenti facili e in quelli più difficili, e devo dire che questo album mi ha veramente dato tantissimo. Gli arrangiamenti seguono alla perfezione le atmosfere dei testi. Tutto è al suo posto, ma non con pulizia maniacale, che sarebbe assolutamente inadeguata, ma con la giusta verve e rabbia di un rock'n'roll che sembrava perso. La batteria è decisa, martellante e innovativa nel seguire accenti che il rock anni '80 aveva completamente ignorato. Chitarra e basso fanno il loro alla perfezione, ma il botto vero lo troviamo nella voce di Eddie Vedder, leader e cantante di questa favolosa band. Graffiante, potente, centrale, forse una delle voci più belle dalla fine degli anni '80. I brani sono sorprendenti non fanno pensare assolutamente ad un album d'esordio, fanno pensare più che altro alla voglia di suonare, di esprimere emozioni e suggestioni. "Even Flow" è piena di carica e, insieme a "Black", "Ocean" e "Jeremy" rappresenta un tesoro per la buona musica degli ultimi vent'anni. ""Alive" è invece un simbolo di capacità, non solo tecniche ma anche e soprattutto passionali, sotto tutti i punti di vista. Proprio in questa canzone si concentra tutta la rabbia di Vedder per le sue vicende familiari legate alla morte del padre che non ha mai conosciuto e, ci regala anche il messaggio più forte, ossia, che nella vita possono capitarci cose orrende ma dopotutto, nel bene o nel male, siamo vivi. Vivere con i propri mostri può essere una maledizione, ma ogni maledizione può essere dissolta nella voglia di andare avanti, nella passione, nell'energia. I'm stil Alive! Buon ascolto! Voto 9,5

Condividi