Villanova, la lettera di un cittadino: “Sono costretto ad abbandonare il posto dove sono nato”

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza da Yari Riccardi Commenti

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Villanova abbandonata. Devastata dagli scavi del settore estrattivo. Dimenticata dalle amministrazioni. Questo è il quadro che viene descritto dalla lettera di un cittadino – che ci ha chiesto di non menzionarlo – che denuncia lo stato delle cose nel quartiere di Guidonia. “Qui ci sono nato ed ho sempre amato la mia frazione ma crescendo continuo a rendermi conto di come il territorio di Villanova sia stato sempre penalizzato in partenza dalla presenza delle cave di travertino che lo hanno certamente danneggiato a favore dei soli ricchi proprietari”. E spesso a scapito di parte dei lavoratori che  puntualmente viaggiano sul filo della cassa integrazione. Ma andiamo avanti. La lettera evidenzia una certa sofferenza nel raccontare quello che Villanova è oggi, con il rammarico di non vedere nessuna iniziativa del comune per compensare un disagio che sembra essere piuttosto diffuso. “Non possiamo nemmeno avere il diritto di transitare su strade normali: quelle che abbiamo sono piene di buche. Neanche vengono pulite, talvolta solo quelle principali. Perché tutto questo? E pensare che avremmo diritto ad una quantità di servizi superiore a quella di altre città, almeno quelle prive di handicap ambientali”. Servizi. Parola che ricorre solo nei piani urbanistici, dove – esempio è Arcionia – si pensa a costruire, a vendere, a buttare cemento e a far venire gente a vivere qui. Tanti abitanti in più, servizi che restano solo sulla carta. E’ così da anni a Guidonia. E anche coloro che in campagna elettorale si professano ambientalisti, che lavorano “per il bene della città”, lo restano solo ed esclusivamente sulla carta dei manifesti. “Non possiamo nemmeno portare i nostri bambini  a fare un giro con la bicicletta: non ci sono i marciapiedi figuriamoci le piste ciclabili. La discarica – con la Tarsu che neanche dovremmo pagare –  e la Cartiera, la ex Pirelli e le zone estrattive: sono costretto ad abbandonare il posto dove sono nato perché dopo tanti anni mi sento veramente calpestato moralmente da amministrazioni che non hanno mai funzionato, mai intervenute nel momento e nel posto giusto”. Parole forti, che mettono anche un po’ di tristezza, perché, siamo certi, sono espressione di un disagio diffuso, di un malessere sempre più difficile da mandare giù. E da residente di Villanova, il nostro lettore evidenzia come le opere si facciano a Setteville nord – il riferimento è alla nuova rotatoria – mentre a pochi chilometri di distanza “dobbiamo raccomandarci per farci asfaltare la strada, o addirittura per farla anche solo pulire”. Zona abbandonata, senza servizi, forse perché, così viene chiusa la lettera, “vicino alle nostre case stanno cercando il petrolio. E quei terreni scavati e poi ricoperti…Saranno destinati alla collettività? Certo sono terreni privati, e i grandi imprenditori locali sapranno cosa fare per il bene della popolazione”. Un auspicio che sembra più adatto a un film di fantascienza. Almeno a Guidonia.

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