Fischi. Assordanti. Continui. Simbolo di una rabbia che non potrà mai scemare. Fischi per una sicurezza mai data, fischi per palazzi non ancora stabili, fischi per un problema che è una sorta di piaga d’Egitto per chi lo ha affrontato e subito in tutta la sua invadenza. Fischi contro una vita ancora e chissà per quanto in bilico tra le crepe, in case che non sono le abitazioni immaginate per il proseguo della propria esistenza.
Non erano molti – meglio, molto meno rispetto a quanti dovevano o avevano promesso di esserci – ma si sono fatti decisamente sentire con i loro fischi e i loro slogan i cittadini di Villalba – qualche volto dei manifestanti proveniva da Tivoli Terme – che nella fredda mattinata del 22 febbraio sono scesi in piazza della Repubblica per manifestare contro la subsidenza e contro le beghe tecnico-amministrative che frenano la ripresa di una vita normale. La mattinata è stata organizzata dal Comitato Città Termale Tivoli Terme/Villalba. “Sono molti i motivi per i quali – ha spiegato Salvatore Ravagnoli, presidente del comitato – siamo in piazza oggi. Innanzitutto per i contributi abitativi mai ricevuti, i cantieri in essere, soprattutto ai Villini, che hanno subito dei rallentamenti per problemi tecnici e amministrativi, e per quelle 148 famiglie che hanno chiesto il controllo dei loro stabili, e in ultimo la proroga dello stato di emergenza”. Una emergenza che sembra non finire mai: l’obiettivo del comitato è quello di ottenere un incontro pubblico con Fegatelli, direttore del Dipartimento Istituzionale e Territorio della Regione Lazio.
Mentre parliamo con Ravagnoli, la protesta si sposta sulla via Tiburtina. I piccoli cortei attraversano più volte la strada, provocando rallentamenti di un traffico che scorreva indifferente ai manifestanti. Almeno per la prima ora. Poi non si poteva fare a meno di ascoltare i fischi, le trombe da stadio che risuonavano per tutta la piazza. Anche questo fa parte della protesta. Resta il fatto della presenza di poche persone rispetto al previsto. Forse per il giorno lavorativo, forse per il fatto che molte persone le cui case sono state colpite dalla subsidenza non si trovano più a Villalba, fatto sta che la gente era proprio poca. Il tam tam mediatico ha avuto riscontro solo su Facebook. Il comitato ha fatto sapere che “era attesa una maggiore affluenza soprattutto da via Trento e dalla zona del Bivio di Guidonia”. Solo cittadini, gente comune. “Nessuno è intervenuto – ha chiuso Ravagnoli – da Palazzo Matteotti . Un comportamento disdicevole”. Nella giornata della notizia del commissariato di Polizia a Villalba, la presenza del sindaco, o di altri rappresentanti dell’amministrazione comunale di Guidonia, magari avrebbe effettivamente sgombrato i sospetti sulla mancanza di attenzione della politica locale verso la circoscrizione, che nelle scorse settimane ha celebrato il proprio funerale. Avrebbe certamente tranquillizzato i cittadini intervenuti.
La protesta è andata avanti. Negli occhi della gente la volontà di crederci ancora. E di crederci sporcandosi le mani, non proclamando solidarietà sui social network, lamentarsi di problemi di molteplici generi, e starsene poi a casa. Un atteggiamento molto “giovane” quello di usare Facebook per protestare. Ma se poi non si partecipa, si commenta e basta, fa solo molto ridere. E ci riferiamo a tutti, cittadini e non.
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