A Roma l’addio all’alpino ucciso: ”Il sacrificio di Matteo per la pace”

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Gremita questa mattina la basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma per il funerale solenne del caporal maggiore Matteo Miotto, ucciso in Afghanistan lo scorso 31 dicembre. Il feretro, portato a spalla dagli alpini, è stato accolto in piazza della Repubblica dagli applausi della folla. Davanti alla basilica era schierato il picchetto d'onore in rappresentanza di tutte le forze armate. All'ingresso nella chiesa la banda dell'Esercito ha intonato il 'Signore delle cime', canto tradizionale degli Alpini. "Il nostro Matteo, discepolo dell'Agnello – ha detto nell'omelia monsignor Vincenzo Pelvi – è stato chiamato a partecipare all'umana solidarietà nel dolore diventando un agnello che purifica e redime, secondo l'amorosa legge di Cristo, un sacrificio offerto per il dono della pace. La sua bara, avvolta dal tricolore, è come una piccola ma preziosa reliquia della redenzione che si rinnova nel tempo".

''Matteo ha sempre creduto nella giustizia, nella verità e nella forza interiore della compassione, nella fiducia e nell'amore, fino a dare la vita – ha continuato -, anche noi non possiamo rassegnarci alla forza negativa dell'egoismo e della violenza''. ''Matteo – ha sottolineato – invita a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione''.

''Il mondo intero ha bisogno di persone come voi – ha detto ancora Mons. Pelvi -, che ogni giorno donano qualcosa di eterno. E il nostro Paese, cari militari, vi ringrazia uno per uno''. ''Che la carità portata da Cristo – ha aggiunto l'ordinario militare – infiammi sempre più fino a diventare capace di togliere la miseria e la guerra dalla nostra civiltà. Per questo difficile compito – ha ammonito – non bastano le parole, occorre l'impegno concreto e costante dei responsabili delle Nazioni, ma è necessario soprattutto che ogni persona sia animata dall'autentico spirito di pace''.

''Non possiamo aspettarci – ha detto ancora l'arcivescovo nella sua omelia – che una società mondiale pacifica emerga da sola dal tumulto di una spietata lotta di potere: dobbiamo lavorare, fare sacrifici e cooperare per gettare le fondamenta su cui le generazioni future potranno costruire una comunità internazionale stabile e pacifica''. Monsignor Pelvi ha poi rivolto un saluto all'alpino caduto. ''Noi ti diciamo grazie, angelo del dolore innocente, per averci resi tutti più capaci di bontà, amore e speranza e per aver resa più civile, più cristiana e più umana la nostra convivenza''.

Dopo l'omelia, un collega di Miotto ha recitato la 'Preghiera dell'alpino', al termine della quale sono state intonate le note del Silenzio. La bara avvolta dal Tricolore è stata poi portata a spalla fuori dalla basilica tra le lacrime degli amici più stretti del giovane, arrivati a Roma da Thiene e di molti colleghi presenti alle esequie.

Ai funerali ha partecipato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Oltre al premier erano presenti alla cerimonia, fra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il ministro della Difesa Ignazio La Russa. "Voglio sottolineare la grande dignità della famiglia di Matteo Miotto e l'affetto che oggi gli ha dimostrato tutta la città di Roma", ha detto il ministro al termine dei funerali.

Tanti anche i cittadini che sono giunti, molti da fuori Roma, per dare l'ultimo saluto al caporal maggiore caduto a soli 24 anni mentre prestava servizio di guardia nella base avanzata 'Snow', nella Valle del Gulistan. In prima fila alcune donne e uomini che hanno applaudito commossi il passaggio della bara: "Per noi è come un nostro figlio, un italiano figlio di tutti" ha detto una coppia di anziani.

Terminate le esequie, la salma del caporale maggiore è partita per il Veneto: all'arrivo a Thiene sarà accolta da un picchetto d'onore. Alle 18 sarà aperta la camera ardente, allestita presso il municipio del paese di origine del giovane alpino. La salma potrà essere vegliata fino alle 10 di domani mattina, in attesa dell'ultimo saluto che si terrà nel Duomo. Le spoglie di Matteo verranno tumulate, come da sua richiesta, nel cimitero della cittadina berica ove riposano i caduti di guerra. (adnkronos)

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