Tassa per turisti a Roma, albergatori: si faccia in tutta Italia

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Federalberghi: "E' sbagliata perché colpisce soltanto la Capitale, allora si faccia come in Francia"

"Invece di incentivare il settore del turismo come si è fatto con l'auto, lo si colpisce con una tassa e per di più che riguarda solo su Roma, oltre che sbagliato è concettualmente scorretto". E' quanto afferma ad Apcom Giuseppe Roscioli, il presidente della Federalberghi della Capitale, commentando il contributo che dal primo gennaio dovrà essere versato da ogni turista che pernotti nella capitale, deliberato dall'Assemblea capitolina. "Seppur bilanciato da una serie di sgravi, riteniamo questa tassa un fatto estremamente negativo che dovrebbe essere eliminato ma, se proprio deve essere messa, si faccia un'operazione in grande stile come ha fatto la Francia: una tassa di soggiorno uguale per tutte le città di cui almeno 50% degli introiti vadano nella promozione del turismo", continua Roscioli, pensando dunque a un gettito destinato al settore ben più significativo dei 4 milioni di euro (il 5% di 80 milioni complessivi) previsti dal provvedimento. Il presidente degli albergatori romani sottolinea in particolare la gravità di una tassa che riguarda un solo Comune. "Faccio l'esempio di Fiumicino che rientra nel bacino turistico di Roma ma su cui non peserà questa tassa che colpirà invece un albergo a 500 metri di distanza che dovrà applicare una tariffa più cara perché rientra nel Comune capitolino". Roscioli non teme vere e proprie ripercussioni sul turismo, ma spiega che certamente "una tassa viene maldigerita dalla clientela, soprattutto da quella straniera, che si aspetta a fronte di un'ulteriore esborso che i servizi siano all'altezza" e si augura quindi che ora "venga almeno posta nella maniera giusta". Alp-San

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