La saga degli autodemolitori a Roma, come Dallas, più di Beautiful, sembra non conoscere fine. Ora è la volta di Pierluigi Fioretti, consigliere comunale delegato alla delocalizzazione degli sfasci, il quale afferma, durante un'intervista rilasciata a Quinto Elemento TV, che "…entro un anno gli autodemolitori della via Palmiro Togliatti saranno trasferiti in una zona sulla Tiburtina; entro 2 anni saremo a regime anche negli altri quartieri". Per completezza di informazione riportiamo il post del Comitato di quartiere di Torre Spaccata che sulla vicenda scrive: "Intanto il nostro impegno – dice Fioretti – è quello di porre fine allo stato di emergenza ambientale già a febbraio 2011, con la scadenza della nomina dell’attuale subcommissario regionale Pierluigi De Palma”. Quello dell’inquinamento provocato dagli “sfasciacarrozze” nei centri abitati a Roma è un problema che va avanti da decenni. A risollevare l’attenzione sulla questione davanti alle telecamere di Quinto Elemento Tv è stato la scorsa settimana il comitato di quartiere Torre Spaccata. Il presidente del comitato Urio Cini aveva sottolineato che già nel 1986 la Regione Lazio con il piano regionale per i rifiuti aveva messo in evidenza la necessità di individuare 18 siti in cui delocalizzare gli autodemolitori. Erano seguiti poi 14 provvedimenti di varia natura, fino alla nomina di un commissario ad acta. “Assumo l’impegno a cambiare lo stato delle cose al più presto – afferma Fioretti in risposta alle istanze dei cittadini – Abbiamo preparato una nuova delibera approvata dalla giunta 10 giorni fa e che tra un mese sarà votata dal Consiglio. Abbiamo individuato nuovi siti, abbiamo fatto verifiche ambientali ed urbanistiche. Possiamo dire che nell’arco di un anno potremo iniziare le operazione di sgombero dalla Palmiro Togliatti ad un’area sulla Tiburtina che poi renderemo nota”. A Quinto elemento Tv il consigliere precisa che sarà consentito restare a coloro che trasformeranno l’attività in piccola o media impresa: “Ogni autodemolitore dovrà provvedere alla costruzione di un capannone al cui interno saranno create 4 o 5 isole ecologiche, ognuna destinata allo smaltimento e al recupero di un determinato materiale come gomme, lampadine, parti in alluminio o in plastica e così via. Motori e parti di ricambio saranno disponili alla vendita come sempre”.
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