Avrebbe fornito a due detenuti schede telefoniche e lettere di un arrestato, mentre ad un altro detenuto avrebbe rivelato il contenuto del suo fascicolo personale. Per questo un agente di polizia penitenziaria già in servizio nel carcere di Rebibbia, A.G., è stato sospeso dal servizio. Lo ha deciso il gip Valerio Savio, accogliendo l'istanza del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Luca Tescaroli, che ipotizzano nei confronti dell'agente i reati di corruzione e rivelazione di atti giudiziari. In particolare, secondo l'accusa A.G. avrebbe fornito favori (le schede telefoniche e le lettere) a G.D.G. e S.O. In cambio i due gli avrebbero dovuto prestare 50mila euro che gli sarebbero dovuti essere consegnati tramite l'avvocato del primo detenuto da restituire, senza interessi, con rate mensili da 500 euro. Per questo anche il difensore è indagato per concorso in corruzione. I soldi, però, non sarebbero mai stati consegnati, ma solo, per chi indaga, "per cause indipendenti dalla volontà dai correi". L'agente penitenziario avrebbe inoltre fatto consultare a N.M. il suo fascicolo personale in cambio della promessa di ricevere un finanziamento di 35mila euro che gli avrebbe dovuto far avere una terza persona, che allo stato però non è stata identificata.
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