"Il viaggio nella memoria è un po' anche il viaggio dell'anima. Un viaggio esistenziale. Possiamo condividere dei valori: a partire dal rispetto della dignità umana". Cracovia, quartiere ebraico Kazimierz. Sinagoga Tempel. L'assessore alle politiche scolastiche di Roma capitale si rivolge ad un gruppo di 245 studenti romani. E' il primo dei tre giorni del "Viaggio nella memoria, per non dimenticare la tragedia del '900" durante il quale l'amministrazione comunale, in collaborazione con la comunità ebraica romana, porterà gli studenti di 40 istituti superiori di Roma in tre luoghi simbolo della Shoah: Cracovia, appunto, poi Birkenau e Auschiwitz. Nella sinagoga gli studenti, tra i quali anche 2 rom, 3 di religione ebraica, altri di varie nazionalità e religione e della scuola germanica e polacca, ascoltano le parole dell'assessore e di alcuni degli altri componenti della delegazione partita dalla capitale: il presidente della Fondazione del Museo della Shoah Leone Paserman, il consulente scientifico del progetto della Memoria, Marcello Pezzetti. Con i ragazzi anche due sopravvissuti all'orrore della Shoah: Sami Modiano e Alberto Israel. E il delegato del sindaco per la Memoria Aldo Giovanni Ricci. "Sono fiera di portare i ragazzi di Roma in questi luoghi – dice Marsilio – Siete la linfa vitale dei nostri testimoni: con la vostra attenzione, la vostra serietà, li aiutate nel racconto di quello che non va dimenticato". "Con quel genocidio scientificamente e politicamente predeterminato – ha aggiunto Marsilio – veniva sconfitta l'umanità". E dall'esperienza diretta nei luoghi dell'orrore, secondo l'assessore, i ragazzi possono trarre spunto per imparare "quei valori come la fede, il coraggio e la dignità che sono stati il riferimento che ha consentito a chi ha vissuto quell'orrore di andare avanti". Poi un impegno: fare in modo che la futura amministrazione locale di Cracovia (proprio in questi giorni sono in corso le elezioni, ndr) "renda ancor più visibili i segni nella città per non dimenticare chi ha pagato per tutto quell'orrore". Nel corso della giornata i ragazzi hanno visitato la parte ebraica della città: a partire dal quartiere Kazimierz dal quale tra il '40 e il '41 il governatorato centrale del terzo Reich determinò tramite editto l'emigrazione "volontaria" degli ebrei. Emigrazione che subito dopo divenne "coatta" e portò alla creazione del ghetto ebraico vero e proprio: il quartiere Podgòrz: qui è stato Pezzetti a raccontare i tragici eventi dello sterminio ebraico passando in rassegna luoghi quale la piazza degli Eroi del Ghetto, i resti del muro che lo divideva dal resto della città, la scuola dalla quale i nazisti portarono via circa 300 bambini per trucidarli in una foresta facendoli sparire. E proprio Pezzetti, intervenendo in sinagoga, ha avvertito i ragazzi: "Non pensiate che l'Italia sia stata solo collaborazionista della Shoah. L'Italia ha fatto la Shoah. Come l'hanno fatta anche altre nazioni". Un monito per far comprendere agli studenti che "dalle responsabilità non si può sfuggire, una consapevolezza che serve a renderci responsabili anche per il futuro". Sentito anche l'intervento di Paserman, ebreo di famiglia di origine polacca: "Ogni volta sento questo viaggio con grande dolore. Abbiamo visto edifici, scuole, piazze, e raccontato quello che c'era. Ora non c'è più niente. A Cracovia non ci sono quasi più ebrei. Ne sono rimasti tra duecento e trecento. L'ebraismo, qui, è stato annientato dalla Shoah".
Condividi