Continua a muoversi la situazione intorno all’ospedale di Palombara. E dovrebbe trattarsi di evoluzioni in positivo. Condizionale certamente d’obbligo, ma almeno si sta smuovendo l’interesse intorno ad una vicenda particolarmente surreale: chiudere, ridimensionare, riconvertire, un luogo ormai punto di riferimento per i cittadini, in una zona abbandonata dal punto di vista sanitario, è quanto di peggio si possa fare. E qui arriva l’opera del Comitato per la Salvaguardia dell’ospedale di Palombara Sabina: nel suo proporre petizioni, inviare lettere di sensibilizzazione, l’organizzazione è arrivata a far interessare della vicenda importanti personalità. Sonia Alfano, Antonio Di Pietro, e, in ultimo, in ordine temporale, la Presidenza della Camera dei Deputati. “L’ufficio della Presidenza – spiegano dal Comitato – dando seguito alla petizione popolare inviata dal comitato con allegate altre 5.500 firme, ci ha richiesto per poter dar seguito alla documentazione che abbiamo inviato, di integrare il tutto con un la copia di un documento del promotore della petizione per accertare l'autenticità della firma e la qualità di cittadino italiano”. Un promotore che ovviamente ha un nome e un cognome, Adriano Curci, presidente pro tempore del comitato. Quindi, il prossimo passo che la struttura farà, con un interlocutore molto importante, è quello di inviare la documentazione richiesta. Staremo a vedere quello che succederà. Anche perché, in alcuni casi, il lavoro ai fianchi sta portando a risultati piccoli ma significativi, si veda il caso di Monterotondo e i risultati degli incontri tra il sindaco Alessandri e la Polverini. Piccoli passi, su una strada ancora lunga. Il problema, spesso, è la mancata disponibilità alla “lotta” – virgolette d’obbligo, non vorremmo passare per sobillatori di rivolte – da parte delle istituzioni locali. E su questo punto, il comitato, nelle lettere inviate alle varie personalità, fa una proposta choc, quella di portare avanti l’ospedale di Palombara “con l’autogestione. Questa popolazione non può' restare senza assistenza sanitaria, qualche iniziativa dovrà pure essere presa. La salute dei cittadini è un diritto costituzionale e la logica del risparmio economico e del diritto alla salute dei cittadini, non può mettere a rischio la vita e la salute di un'intera comunità”. Resta un idea surreale anche a livello economico. Perché tagliare, ridimensionare e ricostruire altrove – si parla di un nuovo ospedale sulla Tiberina, a 15 km da Palombara – quando si ha una struttura buona, con ottime basi per poter essere implementata e resa un ospedale degno di questa zona? Oggi a Palombara resta solo il personale, che continua a lavorare con professionalità. Il resto si tende ad abbandonarlo, non si sa per quale oscuro motivo. E l’esempio è il caso della sala operatoria, in attesa di lavori dallo scorso dicembre. Non è che non si vuole più intervenire sull’ospedale di Palombara perché si pensa già fuori da tutte le logiche sanitarie future? Se così fosse, qualcuno lo vada a spiegare alle 5 mila persone e più che hanno firmato la petizione.
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