Auto e furgoni con tanto di logo sulle carrozzerie, divise in piena regola e radio portatili. Non disponendo di una centrale operativa, proprio attraverso le radio mettevano in contatto i clienti con le “guardie giurate” per comunicare in caso di bisogno.
Era una vera e propria società di vigilanza quella messa in piedi da una coppia di coniugi. Tutto organizzato, con un'unica eccezione: non avevano la prevista autorizzazione.
Tutto è iniziato dallo scorso febbraio, quando durante un controllo gli uomini del Commissariato Porta Pia si erano imbattuti in C.I., romano di 43 anni, trovato in possesso di un manganello e di apparecchiature elettroniche estremamente sofisticate tra cui microspie e apparati di rilevamento ambientale.
Nella circostanza l’uomo ha riferito agli agenti di essere il direttore tecnico di una società che si occupava di scorte e sicurezza personale e che il materiale rinvenuto era di pertinenza della ditta. Per dimostrare quanto affermato, mostrava alcuni assegni bancari emessi da titolari di attività commerciali, verosimilmente per saldare il corrispettivo dei servizi di tutela.
Non potendo esibire alcuna autorizzazione per il materiale in suo possesso, lo stesso è stato tuttavia denunciato per porto abusivo di arma e le apparecchiature furono sequestrate.
Informata dal Commissariato, la Squadra di P.G. della Polizia Amministrativa, diretta dal dr. Edoardo Calabria ha deciso di approfondire i controlli, anche nei confronti dei titolari dei locali della “movida notturna” che avevano emesso gli assegni a favore della predetta società.
Nel corso del primo accertamento, che risale al 21 agosto in un locale di corso Vittorio Emanuele, veniva identificato un addetto alla vigilanza della società attenzionata.
Al termine del controllo, è scattato il sequestro per varie irregolarità.
La seconda verifica ha invece interessato due sale giochi di piazza Pio XI e largo Preneste. Anche qui gli addetti alla vigilanza erano incaricati dallo stesso istituto di security.
A dire dei titolari degli esercizi commerciali i contatti con la società erano tenuti da C.I..
Gli agenti, mettendo insieme tutti gli elementi raccolti, hanno deciso quindi di approfondire le verifiche sulla ditta.
Nei giorni scorsi, infatti, si sono recati presso la sede della società a Pomezia.
La signora B.A.K, 32enne polacca, titolare della ditta e moglie di C.I . (l’uomo controllato in zona Porta Pia) ha fornito informazioni in merito all’attività svolta dalla propria società, nonché le modalità operative e l’elenco dei clienti e dei dipendenti.
La stessa ha quindi riferito che oltre a fornire gli addetti alla sicurezza agli esercizi pubblici, aveva alle dipendenze anche personale che si occupava della vigilanza ad abitazioni private nelle ore notturne.
Unico particolare, la società era “priva dell’autorizzazione prefettizia”, obbligatoria per l’esercizio di tale attività.
Inoltre, nel corso dell’intervento è stato accertato che non disponevano di una Centrale Operativa, come previsto dalle leggi vigenti per gli istituti regolarmente autorizzati.
Sono state sequestrate dagli agenti due autovetture e tutti gli indumenti (giacconi, maglioni, cravatte) con il logo della società.
Il materiale sequestrato veniva usato dagli operatori per effettuare i servizi di vigilanza.
La donna, è stata denunciata in stato di libertà per aver svolto attività di vigilanza pur essendo sprovvista dell’autorizzazione.
Condividi