Impianto, incontro in settimana tra Rubeis e la Regione. Tra liti e troppi silenzi, 3 ore di consiglio comunale sull’Inviolata davanti allo sguardo – non troppo benevolo, dicesi litote – di cittadini, associazioni e ambientalisti

In Ambiente & Territorio, Primo Piano, Roma Est da Yari Riccardi Commenti

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Guidonia, 21 ott – Cominciamo con la notizia, forse l’unica, di certo l’estremo tentativo, per tutti, di salvare la faccia e la situazione. Nel consiglio comunale di ieri si è discusso per circa 3 ore del punto inerente l’impianto all’Inviolata, passato con una votazione dal terzo al primo punto dell’ordine del giorno: un voto che va definito “simpatico”, mani che si alzavano e si abbassavano, concezioni bizzarre di astensione, favorevole e contrario. Fatto sta che dopo circa 3 tentativi di votazione, si è arrivati alla discussione. Prima di parlare della discussione, diamo la notizia. L’amministrazione comunale di Guidonia si incontrerà la prossima settimana con l’assessore regionale ai rifiuti: la volontà è quella di percorrere le vie brevi, e di arrivare alla riduzione delle quantità dell’impianto fino a circa 100 mila tonnellate più l’umido. Quindi intorno alle 140 mila tonnellate. “L’AIA – spiega il sindaco Rubeis – è incongruente rispetto ad alcuni passaggi della convenzione stipulata tra il nostro comune e il Co.La.Ri. Per quanto ci riguarda, l’impianto si potrà costruire solo rispetto ai comuni dell’ATO che attualmente usufruiscono della discarica”. La decisione ha visto l’accordo e la condivisione del punto tra il sindaco e il capogruppo del PDL Marco Bertucci. Se non si arriverà a un accordo con la Regione – e con Cerroni, che francamente ci preoccupa un po’ di più, visto che non stiamo parlando di un potere deboluccio – Rubeis ha pronto il ricorso al Tar. Questo, nei fatti, è la notizia che è uscita ieri dalla seduta consiliare. Resta il dissenso sull’impianto di Legambiente, Comitato Risanamento Ambientale e del Faro, presenti in sala e certamente più preparati sull’argomento di alcuni consiglieri. La discussione sul tema è stata emblematica. Nel silenzio più assordante della maggioranza – il solo Bertucci ha preso la parola nella discussione – la serata è stato un appassionante match tra Rubeis e Di Silvio, Lippiello e Guglielmo. “Nei fatti – ha spiegato Di Silvio – il sindaco non ha ottenuto niente: nella delibera del 20 gennaio scorso, si chiede sì la riduzione dell’impianto, ma subordinata alla negazione dell’AIA al Colari. Non viene praticamente chiesto nulla alla Regione, la delibera è carta straccia”. Lippiello porta la discussione sul debito che il comune ha con EcoItalia. “A maggio – spiega l’ex sindaco – Rubeis convinse la sua maggioranza a riconoscere il debito con la società di Cerroni. Contano gli atti, e non le parole: in questo modo la capacità gestionale millantata da questa amministrazione è messa alla berlina”. Il capogruppo del PD, Simone Guglielmo, si chiede se il casello non sia uno strumento per accogliere altri rifiuti, magari da situazioni nazionali di emergenza. “La maggioranza ha il dovere di poter dire in libertà la propria opinione. Quello che diciamo noi è che la Regione ha autorizzato quella quantità di rifiuti, e che l’Inviolata non dà certamente ricchezza alla città”. La risposta di Rubeis parte dai primi incontri in conferenza dei servizi, sottolinea che l’impianto è una “fabbrica di differenziata” e che l’obiettivo principale deve essere quello di evitare che altri comuni vengano a scaricare all’Inviolata. “Il mandato che mi ha assegnato il consiglio comunale – ha proseguito Rubeis – mi ha detto di fare e di ottenere tot, io su quello ho stipulato convenzione e regolamento”. E, sottolineando come il ricorso al TAR sia ancora possibile, e il fatto che la convenzione sia conditio sine qua non per l’AIA, ha chiuso raccomandando al suo predecessore di non parlare, lui, “di interessi personali”. E qui si è alzato un divertente parapiglia dialettico che ha imposto una sospensione. Calmati gli animi, sopite le tensioni, si è ripreso il dibattito che ha visto entrare nella discussione De Angelis, Ciccotti e Messa. L’opposizione ha espresso la sua convinzione che il ricorso – con le parole di Lippiello – “sia basato sul nulla”. Messa si è detto d’accordo invece con il ricorso, evidenziando la necessità “che tutti si prendano le proprie responsabilità, per i nostri figli”. E così termina, almeno per il punto sull’impianto, il consiglio di mercoledì 20 ottobre: gli sviluppi dell’incontro con la Regione saranno resi noti nella prossima assise. Ora non resta che aspettare. Leggendo e rileggendo le carte, non si trova alcun tipo di riferimento a una richiesta di ridimensionamento da parte del comune di Guidonia. Perciò, l’unica speranza che resta è quella che la Regione si comporti da ente che tutela i suoi comuni. Parliamo davvero dell’ultimo rigore, tirato non dal bomber ma dal portiere. Speranze poche, e palla già indirizzata sul palo. Se sarà goal, o la palla andrà fuori, si vedrà tra un po’ di tempo. Certo è che tutta la vicenda poteva essere gestita in maniera migliore, da circa 30 anni a questa parte. Anni in cui la gente si è ammalata, è morta, per l’aria che respirava. Anni in cui le famiglie pagavano la tassa sull’immondizia. A Guidonia tutto sembra inevitabile. Detto che la Regione è libera di cambiare gli ATO quando e come vuole, detto che i tempi per un eventuale ricorso sono davvero stretti, abbiamo veramente detto tutto.

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