Riceviamo e Pubblichiamo: Mentana, l’Associazione La Betulla Onlus attiva un tavolo di concertazione sulle cure palliative..

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Mentana: l’associazione La Betulla Onlus attiva un tavolo di concertazione sulle cure palliative insieme alle realtà associazionistiche del territorio, la Asl e i Comuni.

Mentana, 11 ott – Mentana accende i riflettori su una tematica per troppo tempo trascurata: quella degli hospice e delle cure palliative. A dare voce alle tante richieste di assistenza arrivate proprio dalle famiglie dei malati terminali che risiedono sul territorio, è stata l’associazione La Betulla Onlus, presieduta da Giorgio Valentini, attivando un tavolo di concertazione con le realtà associazionistiche dell’area, la Asl e gli amministratori locali. Nel corso dell’incontro che si è svolto sabato al centro Congressi dell’Hotel Belvedere, è stato possibile affrontare il dibattito sulle difficoltà con le quali i malati devono fare i conti, in una realtà spesso ignorata anche dalle stesse istituzioni, a volte sprovviste dei mezzi per poter garantire l’accesso alle cure palliative. Su questo ha posto l’accento la vice presidente al Parlamento europeo Roberta Angelilli, intervenuta al convegno insieme all’ex ministro alla Salute Elio Guzzanti, all’assessore alle Infrastrutture della Regione Lazio Luca Malcotti, al vice presidente del consiglio provinciale di Roma, Francesco Petrocchi e al sindaco di Mentana Guido Tabanella. Non sono mancati neanche i sindaci e gli amministratori dei comuni limitrofi.

           <Il 44,2 per centro dei malati terminali della Regione Lazio – ha spiegato Elio Guzzanti – muore in ospedale, mentre al Nord le percentuali sono ancora più alte. E pensare che queste persone si troverebbero a loro agio nelle loro abitazioni, dove avrebbero anche un supporto alla loro spiritualità, oltre che assistenza domiciliare fornita da strutture e servizi come quelli de La Betulla che rappresentano una realtà di importanza fondamentale>. Per attivare servizi di questo tipo è necessario che vengano anche garantiti i collegamenti viari con Roma ed è quello di cui ha parlato l’assessore alle Infrastrutture Luca Malcotti.

           <Le cure palliative sono tali – spiega Roberta Angelilli – nel senso che sono alternative ed integrative rispetto alle cure mediche tradizionali, ma questo non significa che siano delle cure prive di qualità e professionalità o di secondo livello. Il problema vero è che non è garantito un diritto di accesso alle cure palliative intese in modo adeguato, perché ci sono ancora troppi ostacoli e c’è carenza di personale. L’Europa – che peraltro ha da poco recepito la carta dei diritti fondamentali, tra i quali proprio quello alla salute – dovrebbe fissare degli standard, così come già avviene per altri settori. Bisogna garantire l’accesso all’assistenza sanitaria al fine di migliorare la qualità della vita e poi è necessario che si faccia un programma di responsabilità, che coinvolga i 27 stati membri dell’Unione Europea, per distribuire le risorse disponibili secondo alcune priorità utilizzando anche il metodo di individuare le migliori pratiche>. L’importanza di formare personale altamente qualificato è stata rimarcata dalla legge 38 sulle cure palliative, entrata in vigore proprio quest’anno.                                                           

          <Siamo quasi ad un semestre compiuto di attività di quella legge – dice Giorgio Valentini – che tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore; nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA) per assicurare rispetto della dignità e della autonomia della persona umana.  Un punto di partenza e non di arrivo. Avere una legge significa aver sancito l’attivazione ed integrazione di reti, i requisiti per l’accreditamento degli enti, il coinvolgimento delle organizzazioni del terzo settore anche a momenti di comunicazione con il territorio e la cittadinanza. La legge regolamenta anche la formazione e coinvolge anche i volontari per  garantire la più alta professionalità. Ora dobbiamo darci da fare tutti e realizzare>. 

         Lucia Palmisano, consigliere nazionale della federazione italiana sclerosi multipla era  presente insieme a Mauro Pichezzi, presidente dell’associazione Viva la vita e alcuni volontari della Croce Rossa Italiana, con il dottor Antonio Toto, U.O.S Malattie Terminali e Hospice Asl Roma B, la dottoressa Costanza Pamphili, che insieme alla sua collega Federica Ligas, ha parlato del S.A.P. del Policlinico Casilino  Asl Roma B.

Del concetto di morte e dei diversi modi di affrontarlo secondo le proprie origini e culture, ha parlato il vice presidente del consiglio provinciale Francesco Petrocchi. <Un tema, quello della morte, che molti tendono a rifuggire – ha spiegato Petrocchi  Bisogna invece cercare di sensibilizzare le persone e invogliarle a dare un contributo organizzativo all’interno di un percorso che deve vedere partecipi un numero sempre maggiore di persone e al contempo investire sulla formazione di volontari>.

 

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