Mentana: l’associazione
Mentana, 11 ott – Mentana accende i riflettori su una tematica per troppo tempo trascurata: quella degli hospice e delle cure palliative. A dare voce alle tante richieste di assistenza arrivate proprio dalle famiglie dei malati terminali che risiedono sul territorio, è stata l’associazione
<Il 44,2 per centro dei malati terminali della Regione Lazio – ha spiegato Elio Guzzanti – muore in ospedale, mentre al Nord le percentuali sono ancora più alte. E pensare che queste persone si troverebbero a loro agio nelle loro abitazioni, dove avrebbero anche un supporto alla loro spiritualità, oltre che assistenza domiciliare fornita da strutture e servizi come quelli de
<Le cure palliative sono tali – spiega Roberta Angelilli – nel senso che sono alternative ed integrative rispetto alle cure mediche tradizionali, ma questo non significa che siano delle cure prive di qualità e professionalità o di secondo livello. Il problema vero è che non è garantito un diritto di accesso alle cure palliative intese in modo adeguato, perché ci sono ancora troppi ostacoli e c’è carenza di personale. L’Europa – che peraltro ha da poco recepito la carta dei diritti fondamentali, tra i quali proprio quello alla salute – dovrebbe fissare degli standard, così come già avviene per altri settori. Bisogna garantire l’accesso all’assistenza sanitaria al fine di migliorare la qualità della vita e poi è necessario che si faccia un programma di responsabilità, che coinvolga i 27 stati membri dell’Unione Europea, per distribuire le risorse disponibili secondo alcune priorità utilizzando anche il metodo di individuare le migliori pratiche>. L’importanza di formare personale altamente qualificato è stata rimarcata dalla legge 38 sulle cure palliative, entrata in vigore proprio quest’anno.
<Siamo quasi ad un semestre compiuto di attività di quella legge – dice Giorgio Valentini – che tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore; nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA) per assicurare rispetto della dignità e della autonomia della persona umana. Un punto di partenza e non di arrivo. Avere una legge significa aver sancito l’attivazione ed integrazione di reti, i requisiti per l’accreditamento degli enti, il coinvolgimento delle organizzazioni del terzo settore anche a momenti di comunicazione con il territorio e la cittadinanza. La legge regolamenta anche la formazione e coinvolge anche i volontari per garantire la più alta professionalità. Ora dobbiamo darci da fare tutti e realizzare>.
Lucia Palmisano, consigliere nazionale della federazione italiana sclerosi multipla era presente insieme a Mauro Pichezzi, presidente dell’associazione Viva la vita e alcuni volontari della Croce Rossa Italiana, con il dottor Antonio Toto, U.O.S Malattie Terminali e Hospice Asl Roma B, la dottoressa Costanza Pamphili, che insieme alla sua collega Federica Ligas, ha parlato del S.A.P. del Policlinico Casilino Asl Roma B.
Del concetto di morte e dei diversi modi di affrontarlo secondo le proprie origini e culture, ha parlato il vice presidente del consiglio provinciale Francesco Petrocchi. <Un tema, quello della morte, che molti tendono a rifuggire – ha spiegato Petrocchi – Bisogna invece cercare di sensibilizzare le persone e invogliarle a dare un contributo organizzativo all’interno di un percorso che deve vedere partecipi un numero sempre maggiore di persone e al contempo investire sulla formazione di volontari>.
Condividi