Cado subito in una frase fatta, Guccini o piace o non piace, e fin qui siamo d'accordo. Il disco di oggi è rivolto forse ai pochissimi tentennatori che conoscono un paio di pezzi del nostro Francescone, che non hanno mai avuto il tempo e la voglia di avvicinarsi ad un autore così "pesante" con una voce così difficile da apprezzare.
Questo disco è fondamentalmente un greatest hits live di cui Francesco Guccini non ha seguito neanche la produzione, limitandosi a dare il consenso della pubblicazione alla casa discografica.
Un disco che si scrolla di dosso le usuali lentezze da sala di registrazione tipiche dei dischi gucciniani. La EMI ha assortito con perizia i brani ed è riuscita a pizzicare quelli, a mio parere, eseguiti con più audacia e professionalità. Furba mossa editoriale e di marketing ma allo stesso tempo bella musica e per tutti, caratterizzata dal tocco jazz del batterista Ellade Bandini "Un Altro Giorno è Andato", dalle influenze tanguere del chitarrista argentino Juan Carlos Biondini che in "Scirocco" emergono e stravolgono una rossa Bologna, il pianoforte di Vince Tempera avvolge il tutto. La voce di Guccini sembra quasi più mielosa e pop. Il primo pezzo in scaletta è Canzone Per Un' Amica, solito inizio dei Live del prof. di Pavana. Degni di nota sono i due brani tratti dal famoso concerto insieme ai Nomadi del 1979, Noi Non Ci Saremo e Statale 17. La Locomotiva, canzone per la quale anche i più ferventi intellettuali tremano al suonare della prima nota, in questa raccolta rimane molto più leggera e semplice con tanto di presentazione del gruppo e saluti finali in dialetto bolognese. Questo disco sembra volerci dire che Guccio è si, un professorone che scrive benissimo, con termini desueti e macinate derive letterarie, ma scrive pur sempre di angoscia, vino e di party con gatti e poeti in Via Paolo Fabbri 43. Buon ascolto. Voto 8.0
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